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A novembre 2024, la produzione industriale ha registrato un leggero progresso mensile, pari a +0,3%. Tuttavia, su base annua, il dato rimane negativo, segnando un -1,5%.
Questo significa che l’industria è in contrazione da 22 mesi consecutivi. I settori più colpiti includono quello automobilistico, che ha subito un crollo del 37,5%. Nei primi 11 mesi dell’anno sono state prodotte appena 295.000 vetture, registrando un calo del 42%, un minimo storico che ci riporta ai livelli del 1956. In pratica, il settore automobilistico sta retrocedendo di quasi 70 anni.
Anche altri comparti hanno registrato flessioni significative: i macchinari sono calati del 6,2%, mentre i mezzi di trasporto hanno segnato un -13,8%. Complessivamente, i dati mostrano forti cali, sebbene alcuni settori, come quello alimentare, farmaceutico, navale e aeronautico, mostrino timidi segnali di crescita.
Nonostante un lieve miglioramento rispetto ai mesi precedenti, la frenata media rimane significativa: -3,2% nei primi 11 mesi dell’anno. La Germania, che rappresentava il nostro principale mercato, ha ridotto le sue importazioni dall’Italia di 3 miliardi di euro. Il consumo interno di macchinari è tornato ai livelli del 2019 e gli investimenti risultano in calo per il terzo trimestre consecutivo.
La Transizione 5.0 fatica a decollare: solo il 5% delle risorse disponibili è stato utilizzato. La fiducia si attesta ai minimi dal 2020, periodo segnato dalla pandemia di Covid-19. Inoltre, il 25% delle imprese denuncia la debolezza della domanda come principale ostacolo alla produzione. È lecito chiedersi se le politiche europee e le liberalizzazioni siano davvero la strada giusta.
Il 27 gennaio, dalle 18:30 alle 19:30, terrò un webinar gratuito sul mio canale, valeriomalvezzi.it. L’evento sta già raccogliendo numerose iscrizioni. Sarà un’occasione per ascoltare qualcosa di diverso: parlerò con piccoli imprenditori italiani che stanno salvando o migliorando significativamente le proprie aziende. In settori in cui le statistiche registrano una crescita nulla, loro riescono a segnare +5%, +10%, +15% o addirittura +20%.
E perché? Perché non si limitano a leggere i giornali o a seguire la politica, ma si concentrano sulla strategia aziendale. È a loro che voglio rivolgermi, perché sono esempi concreti di resilienza e successo.
Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi