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Tumori, le cellule cancerogene riprogrammate come cavalli di Troia: uccidono le compagne e si autodistruggono

6 mesi fa 7
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Possibile svolta nella lotta contro il cancro: un team di ricercatori guidati dall'Università Statale della Pennsylvania ha sviluppato una tecnica rivoluzionaria che trasforma le cellule tumorali in “cavalli di Troia” capaci di autodistruggersi e uccidere le cellule cancerose circostanti. Questo innovativo approccio, testato in laboratorio su cellule umane e su topi, è stato recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Biotechnology. Se i successivi test confermeranno l'efficacia di questo approccio, si potrà assistere a una svolta significativa nella cura del cancro, con trattamenti che non solo combattono i tumori, ma li eliminano alla radice, prevenendo le recidive e migliorando le prospettive di guarigione a lungo termine.

Un interruttore genetico per combattere il cancro

Il cancro è una malattia complessa, caratterizzata da una notevole diversità cellulare che spesso rende i trattamenti tradizionali inefficaci. Alcune cellule cancerose sviluppano resistenza ai farmaci, permettendo al tumore di ripresentarsi e diventare ancora più difficile da trattare. Scott Leighow e il suo team hanno ideato un modo per sfruttare questa resistenza a proprio vantaggio, introducendo un circuito genetico composto da due geni che possono essere accesi e spenti in momenti specifici.

Come funziona la tecnologia

La tecnica si basa su un meccanismo a due fasi:

  1. Attivazione del primo gene: Inizialmente, viene attivato un gene che rende temporaneamente resistenti le cellule tumorali a un determinato farmaco. Questo permette al trattamento di colpire e distruggere le cellule cancerose non resistenti, mentre quelle riprogrammate rimangono intatte e si moltiplicano.
  2. Successivamente, il primo gene viene spento e viene attivato un gene suicida. Questo gene produce una tossina letale che provoca la morte della cellula stessa e di quelle tumorali circostanti, eliminando le cellule più pericolose che potrebbero causare una recidiva.

Vantaggi della tecnica

Uno degli aspetti più innovativi di questo approccio è la capacità di mirare le cellule tumorali senza la necessità di identificare specificamente quali sono, senza dover attendere che crescano o sviluppino resistenza. «Il bello è che siamo in grado di prendere di mira le cellule tumorali senza sapere cosa sono, senza aspettare che crescano o che si sviluppi resistenza, perché a quel punto diventa troppo tardi», ha spiegato Leighow. Anche se la tecnica è ancora in fase di sperimentazione preclinica, i risultati finora ottenuti sono promettenti e potrebbero aprire la strada a nuovi trattamenti più efficaci e mirati contro il cancro.

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