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Ucraina, il piano per la fine della guerra: cosa prevede. Usa, frenata sugli attacchi e timori per un'escalation

1 settimana fa 3
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Volodymyr Zelenskyj ha due certezze. La prima è che la “pace giusta” come viene definita in Occidente, è la priorità assoluta, e per questo prepara un piano da presentare al presidente Joe Biden, ai due candidati alla Casa Bianca (Kamala Harris e Donald Trump) e agli altri leader del G7. La seconda, è che questa pace non si può raggiungere senza continuare a combattere. E per questo Kiev ha bisogno degli alleati, e in particolare degli Stati Uniti, che per Zelenskyj devono dare non solo più aerei e missili, ma soprattutto rimuovere ogni restrizione all'uso delle armi occidentali in Russia. Il capo dello Stato lo ha chiesto sia parlando a Ramstein che a Cernobbio. Ma Washington dice no, anzi lo dice di nuovo: «Non colpire in profondità con le armi occidentali». È il linguaggio della diplomazia, che sfrutta anche una valutazione dell'intelligence per vietare all'Ucraina di attaccare Mosca. E il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, nel ribadire il veto Usa, aggiunge anche che le armi occidentali non faranno troppa differenza. «Non credo che una sola capacità possa essere decisiva e rimango della mia opinione». Quindi la morale: «Non usarle per colpire in profondità». Eppure non si può escludere che questo imperativo possa anche cadere a breve, come del resto avvenuto sui carri armati e sugli F-16. Ma dal Pentagono sono convinti che la Russia abbia già spostato gli aerei ei pezzi pregiati dal raggio d'azione dei missili Usa. E quindi questa mossa potrebbe essere sostanzialmente inutile.

Zelenskyj sta provando a scardinare in tutti i modi le resistenze degli alleati. Ma nel frattempo sa anche che deve fare un passo in avanti. Osare prospettive. Obiettivi per la fine della guerra che siano a Washington e alle altre cancellerie europee delle coordinate per capire fin dove potrà spingere il sostegno a Kiev.

È per questo che il presidente ucraino lavora al piano di pace. Ma sul contenuto di questo progetto aleggia il mistero. Dall’ultima intervista concessa in Italia, Zelensky, che si è detto convinto che «siamo più vicini alla fine della guerra», ha fatto capire che molto dipenderà dalla difesa fornita a Kiev: unica «garanzia del cessate il fuoco». È dunque possibile che il presidente voglia la certezza sul fatto che il Paese non sarà lasciato solo. A fine agosto, durante una conferenza stampa, il capo dello Stato aveva dato qualche indicazione in più. Si parlava dell’operazione a Kursk come arma negoziale, di sforzi diplomatici per costringere Putin a trattare, di obiettivi economici. Ma tra le righe, Zelensky aveva anche parlato del ruolo ucraino nella «sicurezza mondiale». E non è da escludere che Kiev voglia rassicurazioni sull’integrazione con Nato e Unione europea.

La situazione sul campo di battaglia però non può essere elusa. Zelensky vuole trattare da una posizione di forza. Ma il Cremlino non sembra intenzionato a fare concessioni sui territori occupati. E con l’invasione di Kursk ancora in corso e con l’Armata russa che avanza a est, tutto fa credere che si possa arrivare a novembre con una situazione di stallo.

I dubbi tra gli analisti non sono pochi. Specialmente perché il governo ucraino ha spesso giocato d’anticipo sorprendendo tutti, come nel Kursk. Nessuno pensava che l’Ucraina avesse intenzione di penetrare nell’oblast russo. Eppure, Zelensky l’ha fatto. Ieri, il presidente ha spiegato l’invasione oltre confine come una mossa preventiva. «L’intelligence americana e di altri Paesi occidentali ci aveva avvertito che la Federazione russa stava cercando di occupare Kharkiv e la regione di Sumy per creare una zona cuscinetto a nord dell'Ucraina. A Kharkiv li abbiamo fermati, per Sumy abbiamo fatto un'azione preventiva a Kursk per difendere la città», ha detto Zelensky. Ma non sono poche le voci critiche, specialmente Oltreoceano, che ritengono questo blitz un azzardo. Una scommessa che, se gestita male, può trasformarsi in una trappola.

IL FATTORE TRUMP

È anche per questo che gli alleati vogliono rassicurazioni. E Zelensky, che conosce bene i suoi partner, vuole anticipare i tempi. In primis le elezioni americane, dove il “ciclone Trump” rischia di cambiare radicalmente la posizione Usa. Il tycoon ha già detto di avere un suo piano di pace. Le indiscrezioni della stampa, poi smentite dallo staff, addirittura parlavano di concessione territoriali alla Russia. Altri documenti parlavano di un Trump pronto a lanciare un ultimatum a Zelensky: o il negoziato o lo stop agli aiuti. E forse anche per evitare questo scenario, il presidente ucraino vuole presentare un suo piano che convinca tutti. In particolare, The Donald.

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