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"Dobbiamo ricrederci: l'America non è la più grande democrazia". A lanciare l'ennesimo allarme è Massimo Giannini che, ospite di DiMartedì, punta il dito contro Donald Trump e non solo. "Abbiamo assistito a una sorta di cerimonia cannibale nella quale un egoarca ha imbastito una grande tavolata insieme a chi ha scelto e lo ha scelto per comandare. Insieme divorano tutti i nemici interni ed esterni". Insomma, la firma di Repubblica paragona il presidente Usa e i presenti all'insediamento a dei cannibali.
Un attacco a quella che lui stesso - nel salotto di Giovanni Floris - definisce "tecnodestra, ciò l'ibridazione tra potere politico ed economico degli uomini più ricchi del mondo". La svolta epocale? "Musk governa gli Usa e il mondo dentro la Casa Bianca". E, incalzato dal conduttore di La7, il giornalista tira in ballo anche Giorgia Meloni: "Il pensiero trumpiano combacia con quello delle destre sovraniste e con quello che Meloni rappresenta".
"Mi sono battuto per Assange": sparata di Giannini, diluvio di sfottò (e occhio a Travaglio)
E come per Gianrico Carofiglio (anche lui ospite del programma), Giannini non ha visto di buon occhio la presenza del presidente del Consiglio all'insediamento: "Era l'unica leader europea lì. Il problema è che in un rapporto con un gigante, lui ci stritola. Possiamo salvarci in Europa solo se facciamo l'Europa, quindi se stiamo assieme".