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Vedete la manina che c’è dietro il rovesciamento di Assad in Siria? Usa sempre lo stesso metodo

1 mese fa 4
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In questi giorni la Siria è letteralmente nel caos. Le truppe dell’ISIS la stanno mettendo a ferro e fuoco, come si suol dire.
E vi è il concretissimo rischio di una caduta del governo.

Vuoi anche di un “regime change“, come lo chiamano a Washington, loro che di queste cose se ne intendono.
Un regime change, ossia un rovesciamento di governo, operato dai terroristi dell’ISIS, non senza esclusione ipotetica della longa manus di quell’Occidente che già da tempo proponiamo di qualificare uccidente liberar-atlantista. Russia, Cina e Iran stanno saldamente dalla parte del presidente siriano Assad, ma non così l’Occidente, anzi l’Uccidente. Quest’ultimo non perde occasione per stare dalla parte sbagliata. Magari non supporta direttamente l’ISIS, ma sicuramente ostenta stabilmente già da anni la propria palese e plateale idiosincrasia verso il presidente Assad. Presidente Assad che è colpevole agli occhi di Washington di resistere all’imperialismo umanitario made in USA e di far valere la sovranità della propria nazione e del proprio popolo.

Come poc’anzi ricordavo, sono diversi anni ormai che, con cadenza regolare, si tenta da più parti di rovesciare il governo di Assad, talvolta anche con metodi squallidi già sperimentati in altre occasioni. Ricordate quando si disse che in Siria venivano utilizzate armi non convenzionali? Proprio come lo si era detto in relazione all’Iraq, aggredito con questo pretesto e ricondotto sulla via della liberalizzazione di marca uccidentale. Tutti abbiamo ancora impressa nella mente l’immagine di Colin Powell che agita la provetta sostenendo che in Iraq vi sono armi di distruzione di massa.

Ebbene, quella provetta in realtà non dimostrava un bel nulla: non vi erano armi di distruzione di massa in Iraq e tuttavia l’Iraq venne invaso e costretto a capitolare.

Per parte nostra non abbiamo alcun dubbio. Dobbiamo auspicare vivamente che Assad resti lì dov’è e che continui a governare la Siria, che la mantenga al sicuro dalle mire espansionistiche e fameliche di un uccidente che vorrebbe renderla, sic et simpliciter, una colonia di Washington tra le tante. La strategia uccidentale resta sempre la medesima: criminalizzare ideologicamente e propagandisticamente chiunque non si pieghi a Washington per preparare in tal guisa l’opinione pubblica all’aggressione e arrovesciamento del paese in questione qualificato puntualmente come “rogue state”, ossia come stato canaglia. E ciò affinché l’intervento imperialistico uccidentale possa contrabbandarsi more solito come intervento umanitario di esportazione della democrazia e dei diritti.

Nel tempo della menzogna universale, l’imperialismo già da tempo va in giro presentandosi come “peacekeeping“.
A stupire, ça va sans dire, non è tanto che questa pratica ignobile e insopportabile torni puntualmente a ripetersi.
A stupire semmai il fatto che i più continuino a bersela come se nulla fosse, di fatto producendo un sacrificio dell’intelletto e della mente che è peraltro del tutto coerente con la nostra epoca del cogito interrotto, ciò che più dà da pensare in effetti e che i più hanno smesso di pensare ormai da tempo, rassegnandosi alla docile forza onnipresente della propaganda e di fatto aderendo alla narrazione dominante che come unico fine ha se non quello di giustificare la violenza in quanto tale sicuramente quello di giustificare i rapporti di forza così come sono quando anche necessitino come spesso accade della violenza.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro

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