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Virus respiratorio sinciziale, vaccino gratis: cosa dice il Ministero e perché non è disponibile in molte Regioni (con l'autunno alle porte)

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Allarme bronchiolite nei bambini, c'è un farmaco salvavita ma non tutte le Regioni possono acquistarlo. L'epidemia stagionale da Virus respiratorio sinciziale (Vrs), che può portare nei neonati a casi gravi di bronchiolite, è alle porte e tra i medici è già scattata l'allerta per questa infezione che ogni anno nel mondo causa la morte di circa 100mila bambini con meno di 5 anni.

C'è un vaccino anti-bronchiolite che però non è incluso nei Livelli essenziali di assistenza e non è inserito nel piano nazionale prevenzione vaccinale. E quindi le Regioni devono sobbarcarsi il costo delle fiale e somministrarle ai pazienti pediatrici. Si tratta di un nuovo farmaco e potrebbe segnare una svolta nella prevenzione e cura di questo virus così insidioso per i più piccoli: si tratta dell'anticorpo monoclonale Nirsevimab, che ha dimostrato di prevenire il 90% delle ospedalizzazioni e che il ministero della Salute ha annunciato di voler rendere disponibile gratis, a carico del Ssn, in tutte le Regioni per il trattamento dei neonati. Parliamo di una campagna di immunizzazione importantissima, fondamentale per proteggere almeno 400mila bambini fino al primo anno di età. Spagna e Germania hanno introdotto già il Nirsevimab un anno fa e i dati confermano una riduzione delle ospedalizzazioni di almeno il 70%.

Il farmaco ad oggi non è disponibile gratis in tutte le Regioni italiane, invece. Qualcosa di sta muovendo ma il tempo a disposizione è poco: l'autunno e le temperature rigide siano alle porte e quindi i contagi potrebbero esplodere. L'avvio di una interlocuzione con l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) affinché si proceda al trasferimento del Nirsevimab-Bey dai farmaci in fascia C a quelli in fascia A, dunque a carico del Ssn, è stato annunciato e comunicato in una nota alle Regioni dal ministero della Salute proprio «in considerazione dell'aumentata incidenza del Vrs nella popolazione pediatrica».

Il problema però è che molte Regioni non possono disporre del Fondo sanitario regionale per erogare il vaccino gratuitamente e dovranno trovare risorse in altri capitoli di bilancio extra sanitari.

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