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Vittorio Rizzi, chi è il super-poliziotto a capo del Dis: dal delitto dell?Olgiata alle missioni 007

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Il suo nome, nella Capitale, è legato indissolubilmente alla soluzione del “cold case” delitto dell’Olgiata. Grazie all’intuizione, da capo della squadra mobile, di dar vita all’Unità speciale per gli omicidi irrisolti, che permise – vent’anni dopo – di individuare finalmente il killer della contessa strangolata alle porte di Roma. Ne ha fatta ancora molta di strada da allora, Vittorio Rizzi. Il prefetto bolognese di nascita e romano d’adozione che ieri ha ricevuto in via ufficiale l’incarico di nuovo capo del Dis, il dipartimento che guida i servizi di intelligence italiani.

COLD CASE

Sessantacinque anni, già vicedirettore Aisi (l’Agenzia per la sicurezza interna), Rizzi succede a Elisabetta Belloni, che lascerà l’incarico di vertice degli 007 italiani dal 15 gennaio. E proprio come l’ambasciatrice, anche Rizzi gode di una stima bipartisan. Nominato prefetto nel 2016 dal governo di centrosinistra di Matteo Renzi – che un anno prima lo aveva indicato a capo della sicurezza di Palazzo Chigi –, gode da anni dell’apprezzamento del sottosegretario di Palazzo Chigi Alfredo Mantovano. E anche Giorgia Meloni ieri lo ha definito «un funzionario dello Stato di prim’ordine». E forse non potrebbe che essere così, dopo una carriera «assolutamente prestigiosa» (parole ancora della premier) quasi quarantennale tutta interna alla polizia di Stato. Che lo ha portato a dirigere tre squadre mobili (Venezia, Milano e Roma) e una questura (quella de L’Aquila), dopo aver coordinato a Bologna nei primi anni duemila il gruppo di indagine sulla morte di Marco Biagi, il giuslavorista ucciso dalle Nuove brigate rosse.

Nipote “d’arte”, Rizzi: lo zio, Vincenzo Parisi, fu capo della polizia negli anni delle stragi di mafia. Due lauree, in giurisprudenza alla Federico II di Napoli e in scienze delle pubbliche amministrazioni a Catania, Rizzi entra in polizia nell’89, come fuzionario addetto alla sala operativa della questura di Roma. Èl’inizio di un lungo percorso nel settore investigativo, alla “scuola” di Gianni De Gennaro e Antonio Manganelli. Presto diventa funzionario del Servizio centrale operativo (Sco) del Dipartimento della pubblica sicurezza, dove è responsabile della sezione criminalità economica ed informatica. E dove guida diverse indagini internazionali, condotte in tandem con le agenzie d’intelligence di tutta Europa. Un’esperienza che gli tornerà utile, in futuro.

Tra il ‘97 e il 2012 Rizzi è a capo delle squadre mobili di Venezia, Milano e Roma. Nella Capitale si distingue, oltre che per incastrare l’assassino della contessa Alberica Filo Della Torre, anche per la guida delle indagini sull’infermiere killer Angelo Stazzi, responsabile di una serie di omicidi in una casa di riposo della Capitale. Promosso dirigente superiore, a luglio 2012 Rizzi è direttore del Servizio di Polizia stradale. Poi questore dell'Aquila, nel 2013. E due anni dopo, al vertice dell'Ispettorato di Pubblica sicurezza di Palazzo Chigi, per poi passare alla Direzione centrale anticrimine. Nel 2019 la nomina a vicecapo della Polizia e direttore centrale della Polizia Criminale. A settembre dello scorso anno, infine, l’approdo all'Aisi, con l'incarico di vicedirettore.

L’ELOGIO DELL’AI

Poliziotto «moderno», lo definisce qualcuno, per l’importanza che ha sempre attribuito alle nuove tecnologie nell’ambito della sicurezza. Dai computer quantici di cui fu tra i primi a parlare, in polizia, fino all’intelligenza artificiale, tema di cui l’ex vice capo vicario della polizia ha discusso in uno dei suoi ultimi interventi pubblici (dicendosi favorevole all’integrazione dell’Ai nei sistemi di indagine, pur con certi paletti). Chi in questi anni ha lavorato con lui, da destra a sinistra, ieri si è complimentato per la nomina: auguri di buon lavoro sono arrivati – tra gli altri – dal governatore del Veneto Luca Zaia alla deputata di Italia viva Maria Elena Boschi. A sostituire Rizzi come numero due dell’Aisi, intanto, arriva il capo di Stato Maggiore della guardia di Finanza, Leandro Cuzzocrea.

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