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Alluvione Romagna, subito 20 milioni. E Musumeci ripropone l?assicurazione obbligatoria

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ROMA Un consiglio dei ministri lampo, questa mattina, per decretare lo stato di emergenza nelle regioni alluvionate. E sbloccare una tranche di aiuti da 20 milioni per far fronte «alle prime necessità» e ripristinare i servizi essenziali nei comuni della Romagna colpiti dal maltempo.

Con «ulteriori stanziamenti» che, è la rassicurazione, saranno resi disponibili «all'esito delle ricognizioni successive all'emergenza». Mentre continuano le polemiche e i rimpalli di responsabilità tra Regione ed esecutivo (e quindi tra centrosinistra e centrodestra), il governo passa all’azione. Ieri mattina Giorgia Meloni ha presieduto una riunione d’urgenza in videocall con la presidente facente funzioni dell’Emilia, Irene Priolo.

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Che ha chiesto la dichiarazione dello stato d’emergenza, così come hanno fatto anche le Marche. La premier, fa sapere Palazzo Chigi, «ha ribadito la solidarietà del governo alla popolazione colpita» (replicando così in modo implicito al dito puntato di Priolo di poche ore prima: «Meloni non mi ha chiamato, Mattarella sì»). Con Meloni a fare il punto sulla situazione degli sfollati e sull’andamento dei soccorsi c’erano anche il capo della Protezione civile Fabio Ciciliano, i sottosegretari dell’esecutivo e della Regione Alfredo Mantovano e Davide Baruffi, il commissario straordinario per la ricostruzione Francesco Paolo Figliuolo e il ministro Nello Musumeci. Quest’ultimo ancora protagonista di un aspro botta e risposta con le opposizioni.

L’OBBLIGO
E non solo per una proposta che viene subito impallinata dal Pd, quella di un’assicurazione obbligatoria sulla casa contro il rischio calamità naturali. L’idea, spiega il titolare della Protezione civile, è già nel dl Ricostruzione: «Non abbiamo ancora parlato di obbligo ma ci avvieremo verso questa conclusione», annuncia. E già anticipa le critiche su una «nuova patrimoniale»: «È più utile tutelare il mercato immobiliare o il bene della propria vita e di quella dei propri cari?». Il punto, in ogni caso, non dovrebbe entrare tra quelli all’ordine del giorno del Cdm di oggi (del resto Musumeci aveva già rilanciato la proposta, per ora non concretizzata, anche all’indomani dell’emergenza bradisismo ai Campi flegrei). I dem comunque vanno all’attacco: «Ma con gli assicuratori che dovrebbero garantire costruzioni in aree sismiche o soggette a fenomeni naturali estremi ci parla lui?», si domanda la capogruppo Chiara Braga. A scatenare l’ira del Pd però è soprattutto un’altra uscita del ministro. L’affondo sui finanziamenti ricevuti dalla Regione contro il dissesto: «Seicento milioni in dieci anni per mettere in sicurezza il territorio. Se ogni volta che piove in Emilia Romagna avviene il finimondo, qualcosa non torna», suona l’affondo. Al quale segue la difesa dell’operato di Figliuolo: «Non è lui che deve costruire le casse d'espansione, quella è manutenzione ordinaria», osserva Musumeci. Tradotto: un compito che spetta alla Regione. Parole che la presidente Priolo rispedisce al mittente: «Non si prenda la nostra come una Regione inefficiente, non ci sto». Poi contrattacca: «Perché tutta questa attenzione solo sull’Emilia e non anche sulle Marche?». Il sospetto dei dem, insomma, è che della Romagna si voglia fare un caso politico in vista delle Regionali d’autunno, dove il centrosinistra è dato in forte vantaggio. «Solo gli sciacalli fanno polemica mentre è in corso un’emergenza», torna a tuonare la segretaria del Pd Elly Schlein. La pensa così anche l’ex governatore Bonaccini: «Vergognoso attaccare gli amministratori locali mentre è in corso un’emergenza. Stanno cercando di lucrare qualche voto». Poi affonda di nuovo sui ristori per l’alluvione di novembre scorso «mai arrivati»: «Perché non hanno fatto me o qualcuno della Regione commissario? Musumeci chieda a Figliuolo quanti progetti della struttura commissariale sono stati realizzati. Quelli della Regione tutti». Controreplica del viceministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami, di FdI: «Il piano contro il dissesto idrogeologico? È vero che manca, lo doveva realizzare Bonaccini».

ACCUSE INCROCIATE
Un crescendo di accuse che non sembra destinato a fermarsi presto. E che testimonia come il clima, al netto dell’emergenza, sia già da campagna elettorale. Ecco il forzista Maurizio Gasparri: «Piuttosto che polemizzare la Regione chiarisca sulle spese. Forse la sinistra poteva impiegare più fondi». Sul fronte dei Cinquestelle, intanto, Giuseppe Conte telefona al sindaco di Faenza Massimo Isola. E invoca unità: «Evitiamo di dividerci in polemiche in queste ore». Mentre Matteo Renzi si rivolge alla premier Meloni: «Rimetti in piedi l’unità di missione contro il dissesto idrogeologico di Italia Sicura. La tutela del territorio non è tema né di destra né di sinistra». Anche se, alla polemica, nessuna delle due pare aver intenzione di rinunciare.

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