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Un nuovo grosso caso travolge il Pd in Campania. Nell'inchiesta della procura di Salerno che contesta a decine di indagati le accuse di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, corruzione, falso in atto pubblico e autoriciclaggio è stato infatti arrestato e messo ai domiciliari anche Nicola Salvati, tesoriere regionale della Campania dei dem.
In seguito all'ordine di custodia, il Pd - ha reso noto Antonio Misiani, commissario dem in Campania - ha sospeso Salvati. "In relazione all'inchiesta condotta dalla Procura distrettuale di Salerno che ha portato all'esecuzione di un'ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 31 persone, il Pd Campania comunica - scrive Misiani in una nota - che il dott. Nicola Salvati, coinvolto nell'inchiesta in relazione alla sua attività professionale, ai sensi dello Statuto e del Codice etico del Pd e facendo salvo il principio di presunzione di innocenza, è stato cautelativamente sospeso dall'anagrafe degli iscritti del Pd e sollevato dal suo incarico di tesoriere del Pd Campania".
Nicola Salvati, classe 1986, di Poggiomarino, Comune di cui è stato anche vicesindaco, è un commercialista ed è finito nell’inchiesta insieme al padre: entrambi sono ai domiciliari, accusati di aver emesso “false fatture in favore di aziende compiacenti – si legge negli atti di indagine – così contribuendo a nascondere in maniera efficace il riciclaggio del denaro ottenuto illegalmente dall’attività di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.
In tutto sono 36 gli arresti (31 ai domiciliari, cinque irreperibili) eseguiti nell'ambito dell'inchiesta; coinvolti anche tre ispettori del lavoro. La maxi-operazione compiuta dai carabinieri e dalle Fiamme Gialle, coordinata dalla Procura di Salerno, ha smantellato un’associazione per delinquere dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Tra i reati contestati anche la corruzione, falso in atto pubblico e autoriciclaggio.
Le indagini della Procura di Salerno hanno fatto emergere un’organizzazione in grado di generare un volume di affari illeciti per un ammontare di diversi milioni di euro. Nel dettaglio, il gruppo avrebbe presentato in favore di oltre 2mila extracomunitari - disposti a pagare somme di denaro elevate per un titolo di soggiorno valido - altrettante richieste fittizie di nullaosta al lavoro nell'ambito dei decreti flussi ed emersione, avvalendosi di aziende compiacenti, o create ad hoc, e di professionisti e intermediari, sia pubblici che privati.