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VENEZIA - Monica Poli, la consigliera di municipalità della Lega, che per la sua indefessa attività contro i borseggiatori, si è guadagnata il soprannome di Lady Pickpocket, è stata nuovamente aggredita, ieri, 29 gennaio, a San Salvador, da uno dei ladri a cui aveva appena "rovinato" il colpo. «Mi ha visto da lontano, è partito di corsa per raggiungermi, mi ha afferrata per il collo e gettata a terra. È stato di una violenza inaudita. Ho pensato: "questo mi ammazza!" - racconta la donna, medicata al pronto soccorso per una serie di contratture - Fortunatamente è intervenuto un ragazzo». Un'aggressione avvenuta in pieno giorno, attorno all'una, tra il via vai dei passanti. Poli era appena uscita dalla commissione di Ca' Farsetti - dove insieme ad altri abitanti di Cannaregio aveva messo in guardia i consiglieri dal fenomeno dello spaccio che continua, anche se non più alla luce del sole - quando si è imbattuta in una coppia di borseggiatori a lei ben noti. «Due uomini dell'est, due delinquenti, stavano seguendo una coppia di anziani orientali che stava entrando in chiesa a San Salvador. Ho lanciato il mio consueto allarme, riprendendo la scena col telefonino. Poi sono entrata in chiesa per accertarmi che i turisti non fossero stati derubati».
Borseggiatori impuniti
Avuta la conferma di aver sventato il furto, all'uscita Poli è tornata ad imbattersi nei due ladri. «Erano sul ponte del Lovo. Uno mi ha fatto dei gestacci, poi è partito di corsa contro di me». Provvidenziale l'intervento del ragazzo, che ha fatto scappare l'aggressore. Sul posto sono poi arrivati anche i carabinieri, mentre la donna è ricorsa alle cure del pronto soccorso. Prognosi di due giorni. «Questa è la terza volta che finisco al pronto soccorso, la quarta aggressione in due anni - calcola Poli -. Siamo nella mani di questi delinquenti, sanno di poter contare sull'impunità. Una follia».
Spacciatori di casa
Fin qui il fronte borseggi, problema endemico di Venezia. Ma c'è anche l'emergenza droga, affrontata ieri in commissione, dove è approdata la petizione raccolta l'estate scorsa da 400 abitanti di Cannaregio. I primi firmatari, Antonella Miarelli, e Francesco Rullani, hanno aggiornato i consiglieri sullo stato della situazione, con il contributo della coordinatrice del gruppo Salviamo Cannaregio, Carla Velli, e della stessa Poli. Ebbene, spacciatori in azione alla luce del sole, come accadeva questa estate sul ponte dei Tre archi, piuttosto che sulle panchine della Sacca, non si vedono più. Risultato dei massicci controlli delle forze dell'ordine, hanno riconosciuto i cittadini che hanno, però, evidenziato come il fenomeno non sia stato debellato: gli spacciatori non solo girano ancora in zona, ma vivono in case che sono diventati punti di riferimento per i traffici di stupefacenti. «Chi gli affitta le case? Chi li ospita sapendo bene chi sono? E chi sono i consumatori? C'è tanta cocaina, tanto consumo adulto. È gente della zona» ha accusato Poli. «É tutto vero - le ha fatto eco il consigliere dei verdi, Gianfranco Bettin, con l'esperienza del sociologo esperto del fenomeno -. C'è una presenza radicata di spacciatori in certe zone, che va affrontata in modo specifico. Anche l'ultimo omicidio a Cannaregio si inserisce in una vicenda criminale nota, che vede una tradizionale presenza di spacciatori, con l'irruzione di nuove componenti straniere».
Dibattito e tensioni
Altra voce, decisamente meno allarmata, quella del comandante della Polizia Locale, Marco Agostini, che ha portato i dati dei servizi organizzati dopo l'allarme lanciato dalla petizione. «16 controlli in borghese hanno riscontrato il nulla. In un mese e mezzo abbiamo identificato 7 spacciatori, sequestrando 18 grammi di hashish e 5 di cocaina, e 7 consumatori, di cui 5 residenti in zona e 2 turisti». A confronto con altre zone del Comune, è un «problema ridotto» in una zona «costantemente monitorata», dove gli «episodi più rilevati sono altri: negli ultimi quattro mesi abbiamo sanzionato 8 soggetti per ubriachezza, 10 per mendicità, 12 per bivacchi, 7 per gioco d'azzardo». Non sono mancati anche i momenti di tensione. Giovanni Andrea Martini (Tutta la città insieme) ha puntato il dito sulla «desertificazione sociale», all'origine di queste problematiche, ma anche sulle «chiamate dei cittadini che non ricevono risposta». «Vergogna! Non è vero. Denunceremo per procurato allarme» la replica arrabbiata di Agostini. Per l'assessore Elisabetta Pesce, Martini «sente già la campagna elettorale». Un po' da tutti i consiglieri ringraziamenti per l'iniziativa dei cittadini. «Anche se è poco lo spaccio va fermato. Dal poco si arriva al tanto - ha ammonito Francesca Rogliani, consigliera fucsia di Cannaregio - e i nostri ragazzi sono sempre più fragili». Se ne riparlerà in Consiglio comunale.