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Beppe Grillo, fondatore del Movimento 5 Stelle, torna a ribadire l'importanza della regola dei due mandati per i rappresentanti del Movimento, in un’autointervista pubblicata sul suo blog. Il comico espone una visione decisa su questa norma, ritenendola un pilastro fondamentale non solo per il M5S, ma anche per la democrazia in generale. Parla poi di un possibile ritorno in campo, come al tempo di Casaleggio, e del suo rapporto con Giuseppe Conte. L'intervista, infatti, è proprio una risposta alle dichiarazioni di ieri del leader M5S, il quale ha dichiarato: «Il destino del Movimento non è nelle mani di Grillo».
Un principio fondativo
Grillo non ha mezzi termini nel definire il limite dei due mandati come un «principio fondativo del movimento».
La regola del doppio mandato? «È comprensibile che chi oggi si trova al secondo mandato vorrebbe eliminarla. D'altronde l'istinto di sopravvivenza proviene dalla nostra natura animale, ed è insopprimibile. Ma lo scopo di ogni regola, in fondo, è di arginare i nostri istinti animali nell'interesse comune. Il limite alla durata dei mandati è non solo un principio fondativo del movimento, ma è anche un presidio di democrazia fin dai tempi dell'antica Atene. Come ho detto più volte, dovrebbe diventare una legge costituzionale, quantomeno per le cariche più importanti. Così il fondatore M5s Beppe Grillo sul suo blog in una autointervista.
Il rapporto con Conte
Come va il tuo rapporto con Conte? Risposta: «Ottimamente. E il tuo con te?». Inizia così “l'intervista a sè stesso” che il garante del M5s, Beppe Grillo, pubblica sul proprio blog. Sul rapporto con l'attuale leader pentastellato, Grillo spiega: «Come si fa ad avere un cattivo rapporto? Ci ho provato ma non ci sono riuscito: non si scompone mai, ogni parola si scioglie... Siamo d'accordo, però, che non vogliamo scioglierci anche noi». Il progetto, ora, è ripartire «da antenne puntate sui cittadini e da un'azione politica diversa». E ancora: «Sono d’accordo con tutte le cose che dice. Che poi sono tre. D’altra parte come si fa a non essere d’accordo sul fatto che la guerra, la povertà e le malattie siano cose brutte?».
Sul “ritorno in campo”
«Mi piacerebbe riprendere a fare gli stessi incontri che facevamo con Casaleggio. Quindi non solo con Conte, ma anche chi vuole darci una mano a tracciare la rotta dei prossimi anni. Sono proprio questi incontri che ci hanno portato a diventare la prima forza politica del paese». Così Beppe Grillo nell'autointervista sul suo blog. Quali sono i temi di cui vorresti parlare in questi incontri? «Mi pare che i temi fondativi del movimento siano ancora validi. Alcuni, come la transizione ecologica e digitale, sono diventati i temi principali dell’agenda politica europea e italiana. Dunque non si può dire che non ci avessimo azzeccato. Altri, come la democrazia diretta e la politica come servizio e non professione – come peraltro è in Svizzera, e non solo – restano da realizzare. Altri ancora sono emersi negli ultimi tempi: da un maggior controllo dei cittadini sui dati che li riguardano, a riforme istituzionali che garantiscano stabilità e al tempo stesso autonomia dei territori».
La critica al Superbonus
«Alcune cose» fatte dal Movimento 5 stelle, si chiede Beppe Grillo, «si sono però rivelate un disastro, per esempio il Superbonus». La riposta: «A prescindere dal fatto che il Superbonus è stato voluto da tutti e non solo da noi, come per ogni cosa il problema stava nel metterlo a punto, non nel sostenerlo prima e demonizzarlo poi, scatenando una caccia alle streghe, che tutt'al più sono befane». «Quando fu approvato c'era bisogno di un forte stimolo alla ripresa, che ha funzionato - aggiunge - un tempo si diceva che bastasse perfino scavare buche e poi riempirle. Poi, ovviamente, si sarebbe dovuto correggere il tiro, e non chiudere i rubinetti di colpo scatenando una corsa agli sportelli del Superbonus».