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Chiara Jaconis morta a Napoli, i genitori del bambino negano tutto: «Mai vista quella statuetta, nostro figlio innocente»

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Dicono di essere estranei a questa vicenda, di non aver mai visto quella statua a forma di elefante, quella che ha ucciso Chiara Jaconis. Hanno ribadito di essere vicini alla famiglia della turista padovana, hanno fornito la propria collaborazione agli inquirenti, mettendo a disposizione la propria abitazione per i rilievi balistici, ma anche i propri pc e telefonini per altri accertamenti, ma restano fermi su un punto: «Nostro figlio non c’entra. È sbagliato coinvolgerlo in un evento tanto drammatico». Anzi. A sentire la loro ricostruzione, la scorsa domenica pomeriggio, il piccolo non si è affacciato al balcone, né ha mai maneggiato quella statua, un oggetto a forma di elefante che - insistono - in questa casa non è mai entrato.

Chiara Jaconis morta a Napoli, indagati i genitori del bimbo che avrebbe fatto cadere la statua. Loro negano: «Mai visto quell'oggetto»

La perquisizione 

Eccoli i genitori del piccolo residente di via Santa Teresa agli Spagnoli. La notte scorsa hanno ricevuto gli avvisi di garanzia, sanno di essere accusati di concorso in omicidio colposo, per non aver vigilato sul loro piccolo (che non è imputabile, in quanto under 14) e hanno assistito ai nuovi passaggi dell’inchiesta. Giovedì notte, fino alle 4, i poliziotti hanno portato avanti la perquisizione all’interno della casa ritenuta il luogo da cui è stata lasciata cadere la statua. Sono state scattate fotografie, sono stati portati avanti dei rilievi balistici, sono stati acquisiti potenziali tasselli di una storia ancora tutta da scrivere.

Nelle stesse ore, sempre nell’appartamento, gli uomini della polizia postale hanno acquisito cellulari, pc e supporti informatici per raccogliere eventuali tracce legate al possesso della statua che ha colpito domenica scorsa la turista. Assistiti da un penalista napoletano, i due genitori del piccolo ritenuto responsabile di aver lasciato cadere la statua, insistono su un punto: «Quell’oggetto non ci appartiene. Non è nostro. Non sappiamo da dove venga, nostro figlio non lo ha maneggiato semplicemente perché in questa casa quella statua non c’era. Siamo vicini alla famiglia della ragazza uccisa, ma noi con questa storia non c’entriamo».

Le verifiche 

Inchiesta condotta dai pm Raffaele Barela, Ciro Capasso, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, si lavora su una serie di indizi. Da un lato c’è la traiettoria della statua, così come emerge anche da un video acquisito agli atti, dall’altro si cercano altri tasselli per circoscrivere la responsabilità di quanto accaduto domenica scorsa. Una storiaccia che si tinge di giallo, sembra di capire. Sulla morte di Chiara Jaconis, ci sono due versioni uguali e contrarie. Da un lato la Procura di Napoli, guidata dal capo Nicola Gratteri, che ha indagato due genitori di un bambino di 8 anni; dall’altro, la versione dei due soggetti coinvolti, che - di fronte a quella statua di onice - si limitano ad alzare le spalle e a rivendicare con forza la propria estraneità. Quanto basta a spingere gli inquirenti a una accelerata. Mercoledì pomeriggio la perquisizione nella casa indicata in questa fase delle indagini.

Blitz della Mobile del primo dirigente Giovanni Leuci, degli agenti del commissariato e della Postale. Caccia a riscontri in grado di attestare l’esistenza della statua in quella abitazione. Si lavora fino alle 4 di giovedì notte, quando gli inquirenti decidono di lasciare l’abitazione. Un blitz mirato, tocca alla Procura tracciare un bilancio. In sintesi, l’ipotesi è che l’oggetto sia stato lasciato cadere nel vuoto: avrebbe rimbalzato su una ringhiera ai piani bassi, per poi colpire Chiara. Sulla ringhiera del balcone su cui sarebbe rimbalzata la statua, sono stati rinvenuti dei frammenti di onice, segno che la statua è arrivata dall’alto. Eppure, a distanza di cinque giorni dalla morte di una ragazza, il quadro resta ancora complesso. Nessuno ha ammesso di aver posseduto la statua. Nessuno è disposto ad accollarsi la detenzione di un oggetto che ha provocato la morte di Chiara. Ma torniamo nella abitazione perquisita dalla polizia: domenica la famiglia era al completo, il più piccolo avrebbe lanciato l’oggetto nel vuoto. Ipotesi respinta dai due genitori indagati.

I funerali di Chiara Jaconis

Intanto, ieri l’autopsia sul corpo di Chiara. I funerali a Padova nella basilica di Santa Giustina, nella stessa chiesa delle esequie di Giulia Cecchettin.

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