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Le elezioni degli ordini dei medici che si terranno Sabato 14 e Domenica 15 Settembre potrebbero rappresentare un punto di svolta, non necessariamente positivo, in tutte le questioni che riguardano il codice deontologico. Messo a dura prova negli anni della pandemia, il codice rischia di subire un cambiamento radicale dopo le già citate elezioni. Nel 2022, infatti, il segretario FNOMCeO Filippo Anelli ha creato quattro diversi gruppi di lavoro atti a intervenire sulle aree di riforma del Codice di Deontologia medica: i diritti fondamentali, la comunicazione, le nuove tecnologie, la responsabilità, autonomia e rischio clinico.
Potrebbero rivelarsi cruciali, dunque, le elezioni di metà Settembre. Elezioni che, a detta di Daniele Giovanardi, Responsabile Sanità DSP, celerebbero dinamiche controverse: “Vi spiego come non funzionano gli ordini dei medici, da sempre in mano ai sindacati. C’è un metodo elettorale illegittimo che prevede 15 candidati per 15 posti. Si può presentare una lista, mettere una X su di essa, e tutti i 15 candidati vengono eletti in blocco. Per chiarire meglio: se Francesco Borgonovo è il medico più stimato nella sua città e ottiene mille voti, mentre si presentano altri 15 medici in una lista che si scambiano i voti, ciascuno di loro riceve il supporto di 100 amici. Alla fine, questi 15 medici raccolgono complessivamente 1.500 voti e vengono eletti tutti, mentre Borgonovo, con i suoi mille voti, resta escluso.
Questa è una situazione che non ha senso, perché in ogni votazione dovrebbe esserci spazio per la minoranza, cosa che qui non avviene mai. Inoltre, i sindacati principali si uniscono per raccogliere i voti necessari: 3 o 4 rappresentanti dei sindacati hanno tutto il sostegno, mentre gli altri medici, come i giovani, i funzionari o i pensionati, anche se ricevono solo una decina di voti, vengono comunque cooptati. Di fatto, il Consiglio è composto principalmente da sindacalisti e da persone cooptate senza alcun titolo. Un sistema del genere non può funzionare. La soluzione sarebbe permettere l’espressione di 10 preferenze, non 15. Questa riforma avrebbe dovuto essere fatta 20 o 30 anni fa, già ai tempi di Vietti“.
Ascolta l’intervento completo del Dott. Giovanardi qui | Punto e Accapo 11 Settembre