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Roberto Tortora 19 marzo 2024
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Le ultime elezioni politiche in Russia hanno avuto un esito senza precedenti. Vladimir Putin, rieletto per il quinto mandato, ha ottenuto l'87,29% dei voti, il risultato più alto per un presidente eletto nella storia della Russia.
Per lui, ora, davanti ci sono altri sei anni di potere e, si spera, non di guerra. Di questo si discute a Prima di Domani, programma di cronaca e attualità di Bianca Berlinguer di Rete 4. In studio ci sono tanti ospiti, con le opinioni più disparate, e sicuramente non è contento dell’esito del voto russo Walter Veltroni, che non crede affatto a elezioni regolari: "Quando un popolo vota ha sempre ragione? Anche Hitler è andato al potere con il voto dei tedeschi. Anche sotto il fascismo e il nazismo ci sono state elezioni ma erano finte”.
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Di parere leggermente diverso è Mario Giordano, giornalista e conduttore, sempre su Rete 4, di Fuori Dal Coro: “Queste non possono essere ritenute, normalmente, delle elezioni normali, regolari, con l'eliminazione degli oppositori. È un grave errore di prospettiva, però, non capire che dietro Putin c'è un consenso popolare in Russia, come accade in tante dittature e autocrazie. E un altro errore è non capire questo, cioè che la guerra lo aumenta, come quando ci dicevano che la Russia sarebbe crollata".
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Sulla stessa linea di Giordano, anzi con più convinzione, c’è il professor Alessandro Orsini che dice: "Questo non è il successo elettorale di Putin ma della Russia, dei russi che hanno saputo compattarsi in un momento iper tragico della loro storia davanti a nemici come gli Stati Uniti, la Nato e l'Unione Europea". Prospettiva opposta, com’è naturale che sia, per la giornalista ucraina Kristina Suvorina: “Tutto ciò che sta accadendo in Russia è uno show, non c’è niente di cui ci possa fidare, non esiste la verità in quel Paese. Sembrano tutti attori di uno spettacolo, per me le elezioni non hanno nessun valore, perché abbiamo visto tutti noi i video delle persone armate che entrano nelle cabine elettorali, non è possibile votare quando non ti fanno esprimere la tua opinione, i russi non hanno la possibilità di pensare, gli è stata rubata da tempo”.
Si accoda, infine, il giornalista Gad Lerner, che ritorna ai momenti dello scoppio della guerra, nel febbraio del 2022: “Non avevano tempo di fare calcoli di rapporto di forza gli ucraini nel febbraio di due anni fa, quando sono stati attaccati con bombardamenti sulla loro capitale e sulle loro principali città. Avevano da decidere se resistere o non resistere a questo attacco. E hanno scelto loro per primi di resistere e io porto grande rispetto per questa loro scelta”.