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Dan Friedkin si trova a Londra. È da lì che sta conducendo tutte le operazioni necessarie all’ingaggio del nuovo allenatore. C’è arrivato con uno dei suoi aerei di proprietà, l’altro si trova a New York. Ma per qualche ora è scattata una caccia all’uomo: c’è chi lo ha visto in un albergo di lusso a Ladispoli, poi in un grazioso e riservatissimo hotel vicino a piazza al Popolo e, infine, nella sua casa Parioli. La posizione del presidente è stata un giallo per tutta la giornata di ieri quando sul web si è sparsa l’indiscrezione secondo la quale avesse riservato per sé tutto l’hotel La Posta Vecchia a Ladispoli. «Non è vero», si sono affrettati a dire da Trigoria. Salvo poi rivelare di non sapere la sua posizione precisa.
Le mosse in incognito
Dan si muove in incognito e quindi ogni ipotesi è lecita. Anche perché nessuno è in grado di smentirla. E allora c’è chi non esclude che possa essere arrivato in segreto con una compagnia che programma voli per i vip e aver organizzato il trasferimento, commentano sui social. Perché a Ladispoli? Semplice, si sbilanciano su radio e web, perché è lo stesso luogo che ha scelto all’inizio della sua avventura romanista come quartier generale. Aveva affittato tutta la struttura a 20 mila euro al giorno. Anche i gestori, però, hanno detto che ieri non c’era nessuno perché l’hotel è chiuso per la pausa invernale. Ma non importa perché tutto è possibile con i Friedkin. E allora lì davanti si sono piazzati alcuni giornalisti e l’unica foto che sono riusciti a scattare è quella allo striscione «Friedkin go home», piazzato dai tifosi.
Incontro con Terzic?
È appena mezzogiorno ma la giornata è ancora lunga. Si ricomincia: è stato avvistato all’interno del prestigioso albergo anche Terzic per un colloquio con il presidente. Notizia che arriva in pochi minuti in Germania e puntualmente è smentita dal quotidiano Bild. E allora dove sta Dan? Riparte il tam-tam: è in una lussuosissima suite in un albergo vicino via Veneto e ha incontrato in mattinata l’agente Giuseppe Riso. No, sbagliato. Chi ha infatti il privilegio di scriversi con lui, ha dedotto che fosse invece negli Stati Uniti. Perché? Semplice: ha cominciato a rispondere ai messaggi nel primo pomeriggio, orario che corrisponde alla mattina statunitense. Poi, nel tardo pomeriggio, l’inversione a U: ma quale Usa, è a Londra, nella City. Di colpo più del nome del nuovo allenatore, la priorità sembra diventato capire dove è Dan. In città non si parla d’altro, tutti hanno la loro fonte personale, il chiacchiericcio dilaga e la curiosità non si placa. Friedkin, però, non sente la pressione, resta in silenzio, non fa trapelare nulla. Vuole lavorare con serenità. D’altronde è tra i 500 uomini più ricchi del mondo, ha a cuore la sua privacy (e sicurezza) e sa come non farsi trovare. E il metodo più semplice è non mettere piede nella Capitale, proprio nel momento in cui a Roma non si fa altro che parlare di lui e del futuro del club.
LA LINEA COMUNICATIVA
In tanti, su radio e social, invocano un suo intervento per spiegare le scelte sbagliate e raccontare il progetto per i prossimi tre anni. Ma lui resta fedele a quanto detto nell’estate del 2020 quando ha acquistato la società: «Poche parole e tanti fatti». C’è chi vede nel suo modo di comportarsi una mancanza di rispetto e scarsa considerazione per i tifosi e l’ambiente. Ma in realtà la linea portata avanti è rimasta sempre la stessa, sia nei momenti positivi (la vittoria della Conference) che in quelli negativi (quello attuale). Qualcuno gli contestata proprio la mancanza di elasticità nel cambiare modo di porsi, ma forse il recente acquisto dell’Everton indica anche una futura vendita per concentrare tutte le energie sul club di Premier. Che ha fatturati più alti e, soprattutto, lo stadio di proprietà quasi pronto.
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