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Gianluca di Gioia ucciso dallo squalo, morto dissanguato e «soccorsi lenti». La ricostruzione della tragedia

3 giorni fa 1
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Sarà il video di un turista tedesco a gettare una nuova luce sull’attacco dello squalo a Marsa Alam. Immagini girate a distanza ma chiare, in cui si vedono tre persone a bordo di un gommone. Un uomo tra le onde che chiede aiuto e che viene portato in salvo, mentre uno dei soccorritori sembra colpire qualcosa che si muove nell’acqua. È lo squalo tigre di due metri e mezzo che ha ucciso Gianluca di Gioia e ferito Giuseppe Fappani, l’uomo che ha tentato di salvare il ricercatore romano di 48 anni morto dissanguato per le ferite inferte dallo squalo. E questo è un elemento di polemica: i testimoni che hanno osservato il dramma dalla spiaggia hanno raccontato sui social dei soccorsi lenti e quindi bisognerà ora verificare se sia stato fatto tutto il possibile per salvare Di Gioia. Di certo quelli a bordo del gommone ripreso da un turista tedesco non sono uomini della Guardia costiera egiziana o soccorritori ufficiali: divise o life guard del resort non se ne vedono. In più c’è un altro dettaglio che si nota chiaramente nel video e che sembra smentire la versione ufficiale delle autorità egiziane.

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I DUBBI

La ricostruzione fatta circolare attraverso le agenzie di stampa locali spiega che l’incidente sarebbe avvenuto in acque profonde e quindi vietate alla balneazione. Ma nello stesso video sembra chiaro che il salvataggio improvvisato, che consente a Peppino Fappani di liberarsi dalla presa dello squalo, avviene prima delle boe che delimitano le cosiddette “acque sicure”. Non si vede, nelle immagini, il punto da cui vengono registrate le immagini, ma sullo sfondo non c’è la terra. Oltre la zona dell’incidente l’inquadratura arriva all’orizzonte e questo spiega che tutto è avvenuto prima delle segnalazioni. I parenti di Gianluca Di Gioia chiedono che si facciano indagini approfondite e forse sarà anche la Procura di Roma, nei prossimi giorni, ad aprire un fascicolo. Le autorità egiziane, che si sono affrettate a liquidare l’incidente facendo intendere che si sia trattato di un’imprudenza, per adesso hanno chiuso l'area interessata dall’attacco, i ponteggi e hanno vietato la balneazione per due giorni.

LE AUTORITÀ

Il Cairo ha inviato i suoi esperti coinvolgendo le autorità competenti e il Governatorato del Mar Rosso. L’obiettivo , fanno sapere, è chiarire il prima possibile le cause dell’attacco dello squalo tigre e fare in modo che incidenti simili non avvengano più. Ma il racconto dell’ex odontotecnico sopravvissuto sarà cruciale per avere un quadro più limpido della vicenda. E se è vero che le dichiarazioni delle autorità egiziane scaricano la responsabilità dell’incidente ai due italiani, colpevoli di non avere seguito le regole imposte in quelle acque del Mar Rosso. La figlia di Fappani, però, non la pensa allo stesso modo: «Mio padre va in Mar Rosso da molti anni e da quello che ho capito si trovava nella zona di balneazione». E adesso, capire il luogo esatto in cui è avvenuto l’attacco sarà essenziale per fare luce sulla vicenda. La questione, per l’Egitto, non è affatto secondaria. Sono migliaia i turisti che in queste ore stanno arrivando a Marsa Alam per passare le vacanze. E sui 155 voli di questa settimana, la maggior parte arriva dall’Europa. Il turismo regge l’intera economia locale e l’incidente può fermare gli arrivi.

LA DENUNCIA

L’imprenditore egiziano Naguib Sawiris, tra gli uomini più ricchi del continente africano, secondo cui a causare l'incidente che ha coinvolto Di Gioia e Fappani sarebbero i pescherecci. Per Sawiris, sono queste barche da pesca commerciali a scaricare i rifiuti in mare e attirare gli squali più voraci. E tra questi c’era anche lo squalo che ha ucciso il turista romano. Per questo Sawiris ha chiesto che questa pesca commerciale venga vietata in quella zona. Perché secondo il magnate egiziano, il turismo è un settore troppo importante: più delle barche da pesca contro cui ha puntato l’indice. Indice che ha sollevato anche Matteo Mariotti, il ragazzo che nel 2023 fu attaccato da uno squalo in Australia, e che ha chiesto agli “hater” di evitare commenti affrettati e accuse ai due uomini coinvolti nell’attacco. «Io non conosco le dinamiche. L'unica cosa che so per certo è quanto sia sbagliato il giudizio e il comportamento della gente in situazioni del genere. E tutto questo lo dice uno che sa cosa significa essere mangiato da uno squalo».

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