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Giubileo, il saluto di Sergio Mattarella: «Un significato universale. È evento di pace»

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L'anno giubilare è ormai alle porte e questo tempo di attesa e di preparazione ha consentito di gettare uno sguardo più attento ai suoi significati profondi, che non riguardano soltanto Roma e la Cristianità, che pure sono al centro dell’evento, ma l’umanità intera. Evento straordinario di pace, di perdono, di liberazione, secondo la tradizione ebraica e cristiana, il Giubileo assumerà inevitabilmente nel 2025 un significato universale, a causa della grave situazione internazionale, caratterizzata da guerre, conflitti, tensioni, instabilità, che riproducono ovunque povertà, angoscia e sofferenza. Non possiamo arrenderci alla paura, né cadere nello sconforto. Trasformarsi in “pellegrini della speranza”, così come chiede Papa Francesco per il Giubileo, significa mettersi in cammino, intraprendere un viaggio – non una fuga – con l’intento e la fiducia di operare dentro di sé un profondo cambiamento, una rigenerazione totale. Non vi è perdono per sé stessi, dicono i testi sacri, se non si è capaci di perdonare gli altri.

Il perdono – la misericordia di Dio – è presente in tutte le religioni del mondo. Ma è anche un fondamentale elemento per la vita dell’umanità. Richiede la capacità di rinunciare alla vendetta, di spezzare la catena del male e del sangue. Va oltre la giustizia e stabilisce percorsi di riconciliazione e di convivenza serena. Solo il superamento dell’odio e dell’intolleranza produce le condizioni per una pace stabile e duratura. Per questo, da tante parti del mondo, cristiani, fedeli di altre religioni, non credenti guardano con fiducia a quella «alleanza sociale per la speranza», proposta da papa Francesco nella Spes non confundit. Roma, insieme città sacra, centro del Cattolicesimo, capitale d’Italia, riferimento per l’intera umanità, si appresta dunque a ricevere milioni di persone nei prossimi mesi da ogni parte della Terra. Lo farà secondo i suoi valori antichi e universali di accoglienza, di amicizia, di tolleranza, di solidarietà. Presenterà le sue bellezze millenarie, con le chiese, le piazze e i monumenti, con la sua ricchezza d’arte, di conoscenza, di umanità. Un caloroso benvenuto, dunque, ai pellegrini, agli ospiti, ai turisti. Un ringraziamento sentito per chi, da parte italiana e da parte vaticana, ha lavorato alacremente per rendere Roma più accogliente e funzionale. L’augurio più intenso è che le attese di pace, di perdono e di fratellanza si diffondano da Roma, dissolvendo le oscurità del mondo, in realtà assetato di senso e di speranza.

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