Mentre non si fermano i raid israeliani su tutta la Striscia, che nelle ultime 24 ore hanno causato 28 morti compresi bimbi in un'ex scuola di Gaza City, continuano le trattative a Doha tra negoziatori per cercare di raggiungere un cessate il fuoco. L'accordo sarebbe completo al 90%, secondo fonti palestinesi, ma restano ancora da risolvere questioni chiave che potrebbero ancora far saltare la tregua.
Come segnale di buona volontà, Hamas avrebbe fornito "segni di vita" per diversi ostaggi. Israele non ha la certezza di quanti siano ancora vivi tra i 96 dei 251 ostaggi rapiti il 7 ottobre, compresi i corpi di almeno 34 morti confermati dall'esercito. E uno dei nodi delle trattative è la priorità nella liberazione. Israele ha chiesto l'inclusione di 11 uomini nella lista dei 34 ostaggi da rilasciare nella prima fase insieme ai bimbi e alle donne, alle 5 soldatesse e agli ostaggi anziani e malati. Hamas avrebbe accettato chiedendo come contropartita la liberazione di circa 200 prigionieri che stanno scontando l'ergastolo. Ma restano disaccordi sull'identità e sul peso di chi sarà liberato dopo che lo Stato ebraico ha escluso il rilascio di Marwan Barghouti, uno dei leader della prima e della seconda Intifada. Altro punto critico dei negoziati è la continua presenza militare israeliana nel corridoio Filadelfia, lungo il confine con l'Egitto. Nella trattativa si sarebbe anche concordata la potenziale creazione di una zona cuscinetto larga diversi chilometri tra Israele e Gaza, dove l'Idf manterrà una presenza militare.
Dopo 443 giorni di guerra, come per gli ostaggi, anche per i civili a Gaza la tregua sembra sempre più una questione di vita o di morte. La portavoce dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) Louise Wateridge ha diffuso un video dalla città meridionale di Khan Younis, in cui sostiene che le famiglie rovistano quotidianamente tra i rifiuti alla ricerca di "scarti di cibo". E in Israele è fortissima la pressione dei parenti degli ostaggi come dell'opposizione. Il presidente di Unità Nazionale Benny Gantz ha accusato il premier Benyamin Netanyahu di ostacolare i colloqui dopo l'intervista al Wsj in cui ha affermato che la guerra finirà dopo aver sradicato Hamas da Gaza.
L'ufficio del primo ministro ha rinfacciato all'ex alleato di governo che dopo la sua uscita dall'esecutivo Israele ha "schiacciato" i propri nemici, da Hamas a Hezbollah. Ed il leader di Unità Nazionale ha subito replicato che il premier non vuole l'accordo per paura che salti la coalizione di governo. Dopo il missile balistico che dallo Yemen ha bucato la difesa aerea e nella notte di sabato ha fatto 16 feriti lievi a Jaffa, Netanyahu ha annunciato un salto di livello: "Come abbiamo agito contro i terroristi iraniani, agiremo forza e determinazione" contro gli Houthi. "Non siamo soli", ha aggiunto riferendosi ai raid americani sullo Yemen. Nell'attacco contro i proxy dell'Iran, l'incrociatore lanciamissili Uss Gettysburg "ha sparato per errore e colpito l'aereo da caccia F/A-18" che era pilotato dai piloti di Marina provenienti da un'altra nave, la Uss Truman in "un apparente caso di fuoco amico": i piloti hanno riportato solo lievi ferite.
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