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ROMA. Per mesi e mesi è stata una prova di resistenza umana e collettiva con pochi precedenti nella storia di una città: cantieri ovunque, improperi diffusi, uno sbrigliato disordine per le strade della Capitale. Un romano garbato negli sfottò come Carlo Verdone, è arrivato a dire: «Roma alle prese col Giubileo sembra il bagno a cielo aperto di un Autogrill».
Una battuta paradossale che risale a diversi mesi fa e che è stata seguita, negli ultimi 70 giorni da una striscia – imponente e sfuggita ai distratti – di inaugurazioni, tra piccole e grandi opere e così, a 24 ore dall’inizio del Giubileo, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri appare sinceramente soddisfatto: «All’inizio del mio mandato qualcuno diceva: il sindaco non si “vede”. Vero, ma ero io che avevo scelto di non fare la trottola impazzita, che va di qua e di là.
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Per due anni abbiamo setacciato i problemi, pianificato oltre mille interventi, trovato i finanziamenti. Abbiamo scelto di cambiare metodo rispetto al passato: basta con la logica delle “romanelle”, degli interventi superficiali, inseguendo le tante emergenze. Serviva una terapia d’urto. Le strade dissestate? Non i soliti interventi su alcune strade, ma su tutte le strade. Gli alberi? Per la spesa storica non se ne curavano più del 20 per cento e invece abbiamo deciso: cento per cento. E poi, naturalmente, gli interventi straordinari per il Giubileo».
Tanti cantieri e tanti disagi tutti assieme: una scommessa impolitica? Spiega Gualtieri: «Avevo detto ai romani: preparatevi a tanti cantieri e ai sacrifici. Ci hanno aiutato e ora i cittadini stanno cominciando a vedere i risultati: stiamo trasformando una città che era al collasso, dimostrando che non è vero che Roma è condannata a fare le cose male».
Una sfida controcorrente: mentre la politica nazionale (di governo e di opposizione) è quotidianamente concentrata sull’incasso immediato e sul last minute la scommessa di Gualtieri somiglia ad una prova di apnea: per due anni ha messo nel conto le proteste dei cittadini, ma scommettendo su una città destinata a prendere forma nel 2025. E in una stagione politica così faziosa, è irrituale anche la collaborazione tra istituzioni di colore diverso: oggi l’opera pubblica più importante – piazza Pia e il sottopasso del Lungotevere – è previsto che sia inaugurata alla presenza della Presidente del Consiglio.
Chiosa Gualtieri: «La collaborazione inter-istituzionale e il tavolo per il Giubileo coordinato da Alfredo Mantovano hanno funzionato molto bene». Dunque, fra 24 ore inizierà l’Anno santo, una ritualità che dura dal 1300 e che ogni 25 anni consente ai partecipanti l’indulgenza plenaria, l’esenzione della pena temporale per i peccati: si calcola che tra pellegrini e turisti “laici” arriveranno tra i 32 e i 45 milioni di persone.
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Per resistere, Roma ha pianificato una cifra imponente: 13 miliardi, quasi la metà di quanto previsto dalla Legge di Bilancio per tutto lo Stato italiano. Tanti soldi da fonti diverse: mai venuto al sindaco il dubbio di spenderli male? «Il rischio c’era e c’era anche la possibilità di proseguire con la spesa storica. Lo dico senza boria: abbiamo puntato a fare le cose in grande: il cento per cento in ogni ambito».
Certo, la semiparesi negli spostamenti imposta ai romani da quasi un anno, finora ha consentito agli antipatizzanti politico-mediatici del sindaco di “valorizzare” le tabelle di marcia deficitarie e i disagi e in questi mesi Gualtieri è sembrato di gomma: il sindaco è un freddo di natura o è una tattica pompieristica? Lui sorride: «Per fare questo mestiere serve serenità e solidità psicologica, sicuro che alla fine i fatti ci avrebbero dato ragione. Prendiamo l’area attorno al Vaticano: qualcuno ci ha insultato, ma piazza Risorgimento e la “nuova” via Ottaviano sono affollatissime. E piazza Pia, vedrete, è molto bella».
Nei primi due anni Gualtieri, assecondando la sua natura perfezionistica, ha studiato i dossier con l’acribia del suo primo mestiere, lo storico e quando è uscito allo scoperto, lui – così poco “piacione” – ha iniziato ad interpretare video a raffica sui Social, indossando caschetti gialli e pettorine fosforescenti. Ma negli ultimi 70 giorni la sequenza dei video ha restituito una raffica consistente di inaugurazioni: i restauri di Fontana di Trevi e della Vela di Calatrava, la rigenerazione di piazza della Repubblica, ma anche tanti autobus nuovi (al posto di quelli che bruciavano), tram, licenze taxi, pensiline smart, tante strade, strutture e aree rivitalizzati in periferia e al centro. E si chiuderanno presto altri cantieri importanti.
Dice Gualtieri: «Non voglio incensarmi perché si tratta di un’opera collettiva, ma per Roma vale una sfida anche culturale: non è vero che nella Capitale gli interventi strutturali non si possono fare, non è vero che Roma è condannata a fare le cose male. Pianificando e gestendo si può davvero mettere Roma alla sua altezza».