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Nella gincana dei dazi americani, tra guerre commerciali messe in attesa e bombe disinnescate all’ultimo minuto, mercati che oscillano e malumori delle imprese, il ruolo di adulto nella stanza tocca a lui, Scott Bessent, il segretario del Tesoro. Il miliardario gestore di hedge fund, conosciuto a Wall Street come “il killer silenzioso” per la felina abilità con cui gestiva enormi operazioni di Borsa, dovrà tirare la volata a Trump nella corsa alla nuova età dell’oro: dall’economia è scaturita la vittoria e dall’economia dipenderà il successo della presidenza. Già a vent’anni non gli faceva paura niente, nemmeno George Soros, che ne fece il suo pupillo e lo mise a gestire l’ufficio europeo del Soros Fund Management con un portafoglio da 300 milioni di dollari (all’epoca un terzo degli asset del fondo principale).