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Luciano Benetton alza il velo clamorosamente sulla nuova crisi della Benetton Group per la scoperta inaspettata di una perdita di circa 100 milioni, ma Edizione, la holding dei quattro rami della famiglia di Ponzano Veneto, ha già pronto il piano di emergenza per il rilancio con una nuova iniezione di capitale da 260 milioni e non solo: l’assemblea della Benetton è stata convocata per il 18 giugno e fonti vicine a Ponzano fanno sapere che «l’azionista Edizione introdurrà la necessaria discontinuità nella gestione manageriale della società».
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Renon pronto a difendersi
«Sono stato tradito», ha rivelato ieri il fondatore del gruppo, 89 anni, in un’intervista al Corriere della Sera nella quale annuncia di fare un passo indietro da presidente. Luciano non fa nomi ma il j’accuse è rivolto all’ad Massimo Renon, assunto il 9 marzo 2020, giorno triste nei ricordi degli italiani chiusi in casa per il lockdown da Covid: secondo Benetton il manager avrebbe nascosto un «buco da 100 milioni di euro» nell’andamento dei conti del 2023. Renon scade quest’anno e naturalmente non verrà confermato mentre si starebbe valutando un’azione di responsabilità. «Non commento, mi sto organizzando con i miei legali per una risposta strutturata», fa sapere Renon, cresciuto in Luxottica, Ferrari, Safilo e Marcolin.
Da Ponzano si aggiunge che «la situazione contabile di Benetton Group non presenta un buco di bilancio», ma «nei conti dell’anno è emersa una perdita significativa rispetto alle previsioni del piano triennale presentato in passato dal management e dal medesimo confermato fino a pochi mesi fa». I conti registreranno un rosso di oltre 200 milioni, anche per le svalutazioni.
Le parole di Luciano sono anche uno sfogo visto che sei anni fa definì lo stato di salute del gruppo «un dolore intollerabile». «Qualche mese fa ho capito che c'era qualche cosa che non andava - ha aggiunto il fondatore nell’intervista -. Che la fotografia del gruppo che ci ripetevano nei consigli di amministrazione i vertici manageriali non era reale».
In realtà il piano presentato da Renon prevedeva il pareggio di bilancio nel 2023 e un cash flow positivo nel periodo 2024-2026. Ma la prima sorpresa è arrivata a luglio scorso: in cda l’ad annuncia una perdita di 13 milioni ma con una previsione positiva per fine anno. A novembre, invece, la nuova doccia fredda, quando Renon rivela una perdita di 100 milioni circa. E da allora all’interno di Edizione si è iniziato a ragionare su cosa fare. D’altro canto la holding presieduta da Alessandro Benetton e guidata da Enrico Laghi a cui fanno capo attività che oltre all’abbigliamento spaziano alle concessioni (Mundys con Adr e Abertis), ristorazione (Avolta, l’ex Autogrill-Dufry), la finanza (Generali e Mediobanca) e le tlc (Cellnex) ha sempre supportato la società della moda pur senza avere una ingerenza diretta nella gestione: negli ultimi tre anni ha stanziato 350 milioni freschi di equity per compensare l’andamento negativo.
Il futuro
Edizione terrà l’assemblea per il bilancio 2023 il 26 giugno. Ora la cura ricostituente prevede che la holding abbia un ruolo proattivo, versi altri 260 milioni che portano a superare 600 milioni la contribuzione sulla controllata dell’abbigliamento che pesa solo l’1% del business. A questa presenza attiva si aggiungerà l’arrivo del nuovo ad con l’assemblea del 18 giugno: è un manager già individuato, esperto di numeri ma con una formazione industriale. E c’è chi in prospettiva, se le cose non decolleranno, ipotizza l’arrivo di un partner in Benetton Group.