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Il nucleare entra ufficialmente nella strategia energetica italiana. E punta, a regime, a un contributo pari a circa il 20% nel mix energetico del Paese che si reggerà per il resto soprattutto sulle rinnovabili. L’Italia potrebbe avere, secondo le proiezioni oggi sul tavolo del governo, almeno 15 mini-reattori capaci di sostenere e integrarsi con la filiera, il mondo delle utilities e sopratutto con le imprese energivore, che oggi più di tutte soffrono per i costi dell’energia. Quello che si immagina è un mondo, non più così lontano, oltre il 2030 in cui un distretto industriale potrà decidere di costruire il suo mini-reattore, grande poco più di un container, a costi accessibili e nella massima sicurezza.