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Tensione a Roma. Durante il corteo per Ramy, il 19enne morto a Milano durante un inseguimento dei carabinieri, bombe carta e fumogeni sono stati lanciati contro il supermercato In's nel quartiere San Lorenzo. Il market ha chiuso le saracinesche dall'interno, mentre le forze dell'ordine hanno reagito caricando i partecipanti al presidio. Sarebbero otto al momento gli agenti feriti. A quanto si apprende, nel corso della manifestazione sono state lanciate bombe carta ad alto potenziale contro i poliziotti: una di queste ha infranto il vetro blindato di un mezzo del Reparto Mobile.
Gli scontri
Dopo il lancio di bombe carta e fumogeni contro le camionette della polizia, le forze dell'ordine hanno reagito caricando i partecipanti al presidio per Ramy in corso a Roma. Gli scontri sono avvenuti in piazza dei Sanniti, nel quartiere San Lorenzo. La tensione è salita all'altezza di piazza dell'Immacolata dove ci sono stati lanci di oggetti contundenti, poi all'altezza di piazza dei Sanniti sono state rovesciate campane della raccolta del vetro e lanciati fumogeni. Una bomba carta avrebbe danneggiato un mezzo della polizia. C'è stata una carica di alleggerimento delle forze dell'ordine per contenere i manifestanti. A quanto si apprende, l'intervento è stato ordinato da questore di Roma, Roberto Massucci, per tutelare l'incolumità dei poliziotti contro i quali venivano lanciate bombe carta ad alto potenziale, fumogeni e oggetti contundenti.
Coisp: «Un poliziotto ferito al volto»
«Ancora una volta quello che è accaduto oggi a Roma durante il corteo per Ramy è un episodio di inaudita gravità. Diverse bombe carta lanciate da alcuni facinorosi hanno colpito i colleghi, uno dei quali, della Questura di Roma, ha riportato ferite al volto che hanno richiesto un immediato intervento medico. Nel frattempo, diversi altri agenti coinvolti negli scontri stanno ricevendo cure in ospedale per le contusioni e le ferite riportate e altri si faranno refertare nelle prossime ore, al termine della manifestazione». Lo sostiene, in una nota, Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp. «È inaccettabile che - aggiunge - chi scende in piazza per manifestare, indipendentemente dalla causa, si trasformi in un aggressore violento nei confronti delle forze dell'ordine, che lavorano per garantire sicurezza e legalità per tutelare cittadini e ordine pubblico. L'uso di bombe carta, fumogeni e l'attacco deliberato alle camionette della polizia non è altro che una vile aggressione contro lo Stato e chi lo rappresenta», conclude Pianese.
Le reazioni
«Ancora una volta denunciamo e condanniamo le brutali cariche di polizia contro i manifestanti del corteo che stava percorrendo le strade del quartiere romano di San Lorenzo per chiedere giustizia e verità per Ramy Elgaml». Lo afferma, in una nota, Giovanni Barbera, membro del comitato politico nazionale di Rifondazione Comunista. «Al corteo romano - prosegue - erano presenti oltre 400 manifestanti, di cui gran parte giovanissimi. Troviamo sinceramente inaccettabile la reazione delle forze dell'ordine che ancora una volta, come ormai succede troppo spesso nelle manifestazione di piazza, invece di garantire l'ordinato svolgimento dei cortei, ha inopinatamente deciso di intervenire, caricando brutalmente i manifestanti. Le immagini di alcuni video sono abbastanza eloquenti rispetto alla dinamica dei fatti. Anche in questo caso si registrano tra i manifestanti persone ferite dalle manganellate». «Auspichiamo che le opposizioni parlamentari chiedano finalmente conto al ministro Piantedosi della vergognosa gestione dell'ordine pubblico a Roma e in altre parti del Paese. Forse qualcuno dimentica che in Italia esiste una Costituzione e che il diritto a manifestare - conclude - è ancora, per fortuna, una libertà sacrosanta che non ci faremo sottrarre da nessuno».
I cortei in tutta Italia
«Giustizia e verità per Ramy e Fares». È quanto hanno chiesto i manifestanti scesi in piazza oggi per prendere parte ai cortei organizzati in più città dal Coordinamento Antirazzista italiano in memoria del 19enne Ramy Elgaml, del quartiere Corvetto di Milano, morto lo scorso 24 novembre in scooter durante un inseguimento con i carabinieri nel capoluogo lombardo. Fares Bouzidi è l'amico che guidava ed è indagato per omicidio colposo stradale. La manifestazione di Milano, indetta anche a Bologna e Brescia, è partita da piazza San Babila, dove gli attivisti si sono radunati in qualche centinaio intorno alle 18. «Le periferie - ha detto una delle organizzatrici al megafono prima della partenza - vengono nominate sui giornali soltanto associate a casi di cronaca, alla parola 'sicurezza' e alla parola 'paura'. Siamo qui non solo per ricordare Ramy e dare forza a Fares e ai loro familiari, ma anche per tutte le vittime di omicidio razziale che in italia hanno perso la vita». Dopo il grido del nome di Ramy da parte dei presenti, il corteo è partito verso corso Monforte aperto da uno striscione con lo slogan della manifestazione scritto in italiano e arabo. All'angolo tra Corso Monforte e via San Damiano, gli attivisti hanno rovesciato della vernice rossa sull'asfalto a simulare il sangue e acceso alcuni fumogeni, esponendo poi uno striscione con scritto «Ramy ucciso, razzismo di Stato». Un secondo flashmob è stato fatto poi in viale Tunisia, dove alcuni attivisti hanno realizzato con la vernice la scritta «Ramy vive» su un muro. In un'altra occasione, in via Settembrini, hanno scritto «Non è sicurezza, è profilassi razziale e uccide». La conclusione del corteo, che è passato anche per corso Venezia, corso Buenos Aires e via Lazzareto, è stata in piazza Duca d'Aosta. Tra i partecipanti anche la fidanzata di Ramy, presente pure alla protesta di giovedì scorso partita da piazza XXIV Maggio e organizzata da alcuni collettivi della città. Lì, alla fine della manifestazione aveva preso la parola dicendo che «Ramy non meritava quella fine» e Fares, il 22enne che guidava lo scooter, sopravvissuto allo schianto e come detto accusato di omicidio stradale in concorso con un carabiniere, «non merita di stare a casa piangere il suo amico».