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Rigopiano, carabiniere nei guai: in casa un tavolo rubato dall?hotel della strage. Accusato di peculato, furto e falso

2 ore fa 1
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Un tavolino in ferro battuto, con un ripiano a mosaico. Malridotto, come può esserlo uno dei tanti oggetti restituiti dalla neve dopo la valanga di Rigopiano. Lo hanno trovato, nel corso di una perquisizione, nell'abitazione dell'ex comandante della stazione dei carabinieri forestali di Farindola, Danilo Ambrosini, attualmente in servizio all'Aquila. È uno degli elementi dell'indagine che, da qualche tempo, stanno conducendo i carabinieri di Penne, diretti dal capitano Alfio Rapisarda, con l'attento coordinamento del procuratore della Repubblica di Pescara, Giuseppe Bellelli, e della sostituta Anna Benigni. Un'indagine complessa, delicata e riservata, di cui trapelano pochissimi elementi. Il dato principale è che gli investigatori hanno ancora in corso tutta una serie di verifiche ed accertamenti che coinvolgono il militare.

Al momento le contestazioni che hanno portato alla perquisizione sono quelle di peculato, furto e falso. Peculato e furto sono collegati proprio al possesso del tavolino, raccolto in un'area di cui, si dice, la forestale curava anche la custodia, caricato sull'auto di servizio poi restaurato ed utilizzato.

LA DIFESA

Una vicenda per la quale il comandante ha dato comunque una spiegazione sostenendo, almeno secondo le prime informazioni, di averlo trovato al di fuori del perimetro dell'area sottoposta a vincolo e di averlo trattenuto solo dopo aver chiesto alla proprietà un'autorizzazione. Che è stata, secondo la tesi difensiva, regolarmente acquisita. Solo dopo si sarebbe preoccupato del restauro, operazione che, per lo stato di conservazione dell'oggetto, avrebbe richiesto molto tempo. Una seconda parte dell'indagine, quella nella quale si ipotizza il falso, riguarda invece l'attività di servizio e mette in discussione l'effettiva presenza in alcuni straordinari che sarebbero stati autorizzati. L'indagine richiede ancora tempi abbastanza lunghi prima di arrivare a una conclusione: il lavoro di Procura e Carabinieri è estremamente attento nella ricostruzione del quadro probatorio, con un obiettivo lineare, quello della tutela del territorio. Con la consapevolezza di sfiorare sensibilità ancora fresche e dolori non sopiti in un percorso che, a maggior ragione, deve mantenere intatta ogni garanzia.

Ambrosini è ancora regolarmente in servizio, seppure in una sede diversa da quella nella quale si sono svolti i fatti che attualmente stanno passando sotto lo scanner degli investigatori. Un'operazione di pura cautela da parte della catena di comando utile anche a consentire una difesa più serena. Tra l'altro nell'immediato doposisma del 2009 Ambrosini, 54 anni, originario di Giulianova, è stato aggregato ai Nuclei investigativi di polizia ambientale e forestale e ha seguito numerose inchieste. Sul territorio del parco aveva attivato costanti servizi antibracconaggio. Resta da vedere quali saranno i prossimi passi dell'indagine e, soprattutto, se oltre agli elementi acquisiti nel corso della perquisizione effettuata, ci siano ulteriori riscontri ed eventuali testimonianze utili a mettere insieme tutti i pezzi del puzzle. Per dare una forma definitiva alle accuse.

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