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«Ce verimm ingopp». Dove “ingopp” (sopra) è una spianata nel centro abitato. Rigorosamente in tuta da sci, anche se ieri all'Ombrellone la neve non c'era. Per rotolarsi in una fanghiglia bianco sporco tra l'erba e la strada. Ma quel che non manca ai napoletani sono immaginazione e arte di arrangiarsi. Roccaraso atto secondo. L'invasione dei “turisti mordi e fuggi” non c'è stata, una serie di fattori ha influito: i bus contingentati, il maltempo, le polemiche che hanno scandito la settimana e fatto da deterrente, anche la partita in programma la sera tra Roma e Napoli. Pure un certo risentimento che ora la cittadina abruzzese dovrà ricucire: «Ci hanno etichettati, ma chi l'ha detto che siamo noi a lasciare i rifiuti in giro?» hanno detto quanti sono arrivati lo stesso, per lo più famiglie con bambini, chi perché aveva già prenotato il pullman, chi per passare una domenica diversa.
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«E che a febbraio vado in Costiera?», Salvatore Esposito arrivato con una 50ina di familiari stretti, si guarda intorno amareggiato. «Hanno offeso il popolo napoletano, così ci stai cacciando...». Dice che prima veniva in hotel ma ora «i prezzi sono alle stelle». Tutt’intorno uno spiegamento di forze dell’ordine e giornalisti che non mette a proprio agio alcuni poco esibizionisti e per niente tiktoker. Dopo il caos della settimana prima (250 bus, 20mila persone), dei 60 pullman autorizzati ieri ne sono arrivati solo 40 (3 “abusivi” rimandati indietro), registrando 2.500 arrivi, oltre agli ottomila saliti sugli impianti. Niente musica né balli atmosfera mesta a tratti. C’è chi si consola con la cassa di mozzarelle portate per l’occasione e mangiate a metà mattina, chi con i rigatoni, la pizza fritta o a portafoglio, il casatiello e la pastiera. Il contingentamento disposto dal sindaco Francesco Di Donato continuerà fino al 2 marzo: «Siamo stati costretti, si era superato il limite, non si deve per forza incassare ma investire sull’immagine e l’ospitalità». Ma qualcuno storce la bocca. Non c’è stato bisogno di nessuna serrata dei locali, anzi, al massimo a un certo punto si è “contingentata” la consumazione al banco. E qualcuno a fine giornata lamenterà un mancato guadagno.
DISCHI E PADELLE
Ma nello spiazzo dell’Ombrellone ci si accontenta di poco. Un fazzoletto minuscolo di neve sporca e magica per i bambini, e pure per influencer semi sconosciuti. Per chi voleva «passare una giornata diversa» ripetono in molti mentre sopra padelle e dischi di plastica si ruzzola nel ghiaccio sciolto e melmoso travolgendosi l’un l’altro o rischiando di finire in strada. Brillano gli occhi vivaci di un gruppo di giovani cingalesi, anche loro muniti di tutto quel che serve per un pic-nic in montagna. Qualcuno è venuto perché contava sulla presenza di Rita De Crescenzo, ma l’influencer ha l’influenza e comunque l’aveva giurato che non tornava. Forte del milione e 700mila follower era stata “accusata” di aver provocato l’invasione della domenica precedente. Così lei ha annunciato strafottente: «Vado a Ovindoli». In realtà molti si sono riversati a Campitello Matese, in Molise, raggiunto da decine di bus, sempre con passaparola social.
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LE SCENEGGIATE
Il tiktoker napoletano Antony Sansone ha 80mila follower e ha “portato” 80 persone organizzando la solita formula che adotta da sei inverni: 30 euro per bus, succo, cornetto, panino, bibita e mega tombolata napoletana «la tombola scostumata» al rientro a bordo, nella carovana anche un paio di influencer e pure mammà, tiktoker anche lei. Si rotola e si diverte ma ha il dente avvelenato. «Non mi piace come hanno etichettato i napoletani. Che vengono qui a divertirsi e spostano l’economia». Sansone non crede sia colpa dei napoletani il tappeto di rifiuti rimasto la domenica precedente. «E comunque i turisti a via Toledo lasciano mondezza ovunque». Ama apparire e concede foto e interviste. Quando vede il sindaco Di Donato si scatena: «Deve chiedere scusa ai napoletani»; ma il primo cittadino sorride: «Non li ho offesi, io li amo». Il siparietto continua più vivace ancora con il deputato campano di Avs, Francesco Borrelli che ce l’ha con i tiktoker e gli influencer. «Vergognatevi voi non siete Napoli»; «noi tiktoker siamo realtà», il botta è risposta che finisce a proposito di rifiuti non raccolti con offese del tipo «la monnezza siete voi». Tra finzione e realtà, la teatralità tutta napoletana tocca massimi livelli, la sceneggiata finirà con l’intervento tempestivo delle forze dell’ordine.
Tutto intorno un rewind che è un tuffo nel passato, quando non c’erano i social ma panini, gite e la voglia di stare insieme. Le tute colorate anni ‘80 contribuiscono all’effetto. S’insinua il dubbio - hai voglia a ricacciarlo indietro - che la felicità sia una cosa semplice e che alcuni l’abbiano capito di più. E che quello stato dell’anima permetta di vedere la neve in 30 metri di melma dopo aver viaggiato dall’alba e camminato due chilometri a piedi.
IL RIENTRO
Con questo spirito Giuseppe Trotta e la moglie Serena Di Lauro, dopo non aver fatto niente di particolare tranne ossigenarsi, guardare le piccole gesta degli altri sconosciuti radunati in quel fazzoletto di Roccaraso lontano dal corso chic come pure dalle piste, verso le due e mezza si incamminano lenti verso il pullman. «Ai napoletani piace divertirsi ma non sporcano - precisa lui con voce calma - e non sono tutti uguali. Lavoro ad Asia Napoli (società incaricata della gestione dei rifiuti e dei servizi di nettezza urbana), chi meglio di me sa se sporcano o no i napoletani?». Alla spicciolata si rientra, trascinando trolley porta vivande, slittini e buste. Brillano gli occhi ai commercianti, non va bene l’invasione ma nemmeno il deserto. Qualcuno si ferma al bar, qualcuno spulcia gli stand di un negozietto di abbigliamento. Poi comincia a piovere. Conviene muoversi, verso la strada statale dove aspettano i pullman, tutti anticipano la partenza. Di fatto le nuove misure volute dal sindaco hanno funzionato, tra napoletani offesi e sottotono, esercenti inutilmente preoccupati, il flop di una giornata in cui è sparita la neve a valle, ci si è messo il tempo, con la nebbia in quota e il freddo umido sotto. La gente di mare saluta la montagna. Che ha sempre il suo fascino, anche poco imbiancata.