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Ci sono volute ore prima che la polizia confermasse l’identità dell’attentatore che ieri a New Orleans si è schiantato con un pickup bianco sulla folla, uccidendo oltre 10 persone, forse addirittura 15, e ferendone almeno trenta.
Dai primi riscontri l’uomo non avrebbe agito da solo ma ci sarebbe stata una rete di appoggio: tre uomini e una donna sono stati ripresi da alcune telecamere di sorveglianza mentre piazzavano ordigni rudimentali, simili ai due trovati nell’auto noleggiata dall’uomo. Durante la mattinata, nel vuoto delle informazioni, il presidente eletto Donald Trump aveva tirato in ballo l’immigrazione illegale, supponendo che l’uomo non fosse americano. Dopo le condoglianze per le vittime e i loro famigliari il repubblicano ha detto: «Quando dicevo che i criminali che arrivano sono peggiori di quelli che abbiamo nel nostro Paese, questa mia affermazione veniva sempre smentita dai democratici e dai media, ma si è rivelata vera».
IL PROFILO
Shamsud Din Jabbar era invece nato e cresciuto negli Stati Uniti, precisamente nella cittadina di Beaumont, in Texas, come lui stesso ha dichiarato in un video registrato e postato su YouTube nel 2020 e poi ripreso dai media americani. Aveva 42 anni ed era un veterano dell’esercito e un agente immobiliare. «Ho abitato qui tutta la mia vita – spiega nel video – con l’unica eccezione dei viaggi fatti per ragioni militari». Racconta di abitare a Houston e di aver lavorato 10 anni nelle forze armate nel settore delle risorse umane e delle tecnologie dell’informazione. L’Fbi ieri ha confermato che fosse stato congedato con onore. Il suo nome tuttavia era già conosciuto alle autorità locali a causa dei suoi precedenti penali per furto e per guida con patente ritirata. Dopo una prima fase di incertezza dettata dalla cautela, il capo della polizia, Anne Kirkpatrick, e poi subito dopo la sindaca di New Orleans LaToya Cantrell, hanno confermato che si trattasse di “atto terroristico”. «Voleva uccidere quante più persone possibile, era determinato a fare una carneficina», ha spiegato Kirkpatrick.
È stata ritrovata anche una bandiera dell’Isis che Jabbar aveva attaccato nella parte posteriore della macchina e all’interno aveva invece due esplosivi artigianali. La sua radicalizzazione è avvenuta negli Stati Uniti. Il New York Times ha riportato le dichiarazioni dell’attuale marito dell’ex moglie, Dwayne Marsh, il quale ha riferito che Jabbar aveva iniziato a convertirsi alla religione islamica e aveva mostrato, nell’ultimo anno, strani comportamenti.
Jabbar era stato sposato due volte e aveva dei figli. Il New York Times, citando i registri, riporta che il primo matrimonio era finito nel 2012. Dalle carte depositate per il secondo divorzio, sembra che avesse problemi finanziari. «Non posso permettermi di pagare la casa – aveva scritto in un’a email inviata all’avvocato della moglie – Abbiamo un arretrato di oltre 27.000 dollari ed è a rischio di pignoramento se ritardiamo la conclusione del divorzio». Dalla stessa email, emergerebbe che Jabbar, con la sua società immobiliare, avesse contratto dei debiti per pagare gli avvocati e per trasferirsi di casa.
La televisione Nbc ha riportato la testimonianza della cognata di Jabbar, che però non ha voluto fornire il suo nome. Ha raccontato che tutta la sua famiglia in Texas è caduta in uno stato di choc dopo aver appreso la notizia: «È tutto senza senso, è la persona più gentile che abbia mai conosciuto. Era una brava persona, che si è sempre preso cura dei figli». La donna ha inoltre spiegato che alcuni di loro erano già in viaggio verso New Orleans.
LE INDAGINI
L’attentatore, prima di venir ucciso dalla polizia con freddezza, dopo lo schianto sulla folla, è sceso dal veicolo e ha iniziato a sparare sulle persone. Con sé aveva infatti anche una pistola e un fucile, che sono stati recuperati dalle forze dell’ordine e sono ora oggetto di indagine. Jabbar inoltre non era un lupo solitario: altre quattro persone, forse cinque, sarebbero coinvolte nell’attentato. Sarà però fondamentale per l’Fbi determinare se appartenesse o meno a un’organizzazione terroristica. Secondo la ricostruzione, Jabbar era arrivato in Louisiana guidando una macchina presa a noleggio e a New Orleans attraverso un’app e aveva dormito in una casa presa in affitto su Airbnb. Il fuoristrada con cui si è schiantato sulla folla era intestato a una persona residente a Houston, che appena ha riconosciuto la vettura nelle immagini trasmesse dai notiziari, ha contattato le autorità, spiegando di non esser lui l’uomo alla guida.