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di Mario Landi
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L'America va alle urne per un duello all'ultimo voto in un clima tesissimo, con lo spettro di incidenti, rivolte e contestazioni legali. L'allerta è massima, con nuove alte recinzioni metalliche e barricate intorno alla Casa Bianca, a Capitol Hill e alla residenza della vicepresidente nonché candidata presidenziale democratica Kamala Karris: misure che ricordano quelle prese dopo il famigerato attacco al Congresso del 6 gennaio da parte dei fan di Donald Trump. Mentre la guardia nazionale è già stata mobilitata a scopo precauzionale in alcuni Stati, tra cui Washington e Oregon - dove nei giorni scorsi sono state incendiate decine di contenitori di schede elettorali - ma anche in quello in bilico del Nevada. Alcuni timori sono legati alla riorganizzazione di gruppi di destra pro Trump, tra cui i Proud Boys, in primo piano nell'attacco al Capitol. E a quanto potrebbe succedere se il tycoon dichiarerà la vittoria a prescindere dall'esito del voto, preparandosi a sfidare un'eventuale sconfitta nei tribunali e forse anche al Congresso. Rinnovando le accuse di brogli lanciate nel 2020 - questa volta con la cassa di risonanza di Elon Musk e della sua piattaforma X - in particolare contro quel voto anticipato con cui circa metà Paese (lui compreso) ha già espresso la sua preferenza: 80 milioni di elettori, contro i 158 complessivi del 2020.