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Trump: «Non vedo l?ora di incontrare Putin per risolvere la guerra». Ma lo zar lancia sull'Ucraina un missile balistico e 103 droni

5 ore fa 1
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«Una delle cose che voglio fare rapidamente è incontrare il presidente Putin e anche lui è d'accordo», afferma il presidente eletto Donald Trump che ribadisce la necessità di mettere fine «rapidamente» alla guerra in Ucraina. Lo zar intanto sferza i suoi militari all'offensiva, perché il tempo stringe e l'inizio della nuova era Trump alla Casa Bianca è dietro l'angolo. «Non ha importanza chi e come cerchi di distruggere, affronteranno una devastazione più grande in casa propria e rimpiangeranno quello che cercano di fare in Russia», ha ammonito Putin nel corso di una videoconferenza rivolgendosi a Kiev dopo l'attacco con droni a Kazan, che non ha causato vittime ma diversi danni.

Gli attacchi russi

In attesa dell'annunciata rappresaglia, i russi non sono stati con le mani in mano e nelle ultime 24 ore hanno lanciato sull'Ucraina un missile balistico Iskander-M e 103 droni, continuando a conquistare terreno: l'armata di Putin ha preso il controllo dei villaggi di Lozovaya, nel Kharkiv, e Krasnoye, nel Donetsk.

Monta poi la pressione su Kherson, dove sarebbero state minate le strade e dove nelle ultime ore cresce la preoccupazione per una massiccia incursione russa. Dal tavolo di un possibile futuro negoziato va poi tolta la regione russa di Kursk: i russi sono riusciti a riprendere il 40% del territorio finito nelle mani ucraine dopo l'offensiva estiva, con un alto costo in termini di vite umane. Tanto che sul terreno sono stati schierati anche i nordcoreani ad affiancare i 60mila russi al fronte. Ma l'avanzata è difficile, complicata dal fango e dalle poderose roccaforti difensive allestite dagli ucraini che bersagliano qualunque mezzo in movimento. Tanto che, per aggirare gli avversari, i soldati russi tentano di avanzare anche con i quad, nella speranza di non finire nel mirino dei fanti di Kiev che non hanno nessuna intenzione di concedere altri pezzi di terra russa. 

L'incontro con Roberto Fico: il tema del gas

Nel frattempo Putin punta sul gas per mantenere un'influenza sull'Europa ricevendo al Cremlino il premier slovacco Robert Fico, preoccupato dallo stop di Kiev al transito del gas russo sul territorio ucraino. «Non prolungheremo» l'accordo di transito verso l'Europa, «non daremo la possibilità a Mosca di guadagnare altri miliardi sul nostro sangue e sulla pelle degli ucraini», aveva annunciato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al Consiglio europeo del 19 dicembre. La conferma è poi arrivata anche da Putin, il giorno dopo nella conferenza stampa di fine anno: il contratto quinquennale scadrà il 31 dicembre e non verrà rinnovato. Una decisione che non è piaciuta a Ungheria e Slovacchia, che dipendono fortemente dal gas russo. Fico è poi sulla stessa linea di Viktor Orban, che imputa a Kiev il mancato raggiungimento di un'intesa per i colloqui di pace, e ha interrotto gli aiuti all'Ucraina dall'inizio del nuovo mandato da premier, un anno fa. Da ultimo ha anche accettato l'invito di Putin alle cerimonie di maggio a Mosca per gli 80 anni della vittoria sul nazismo. I media di Bratislava scommettono sul raggiungimento di una intesa con Putin sul gas.

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