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VERONA. «Il piccolo grande cambiamento quest’anno è la presenza maschile. Ci sono con il corpo, con la voce e con la mente ed è un segnale che testimonia quanto sia fondamentale che non ci siano differenze e questa lotta debba essere fatta da donne e uomini. Qui a Verona è avvenuto e in futuro sarà sempre così». Una Nessuna Centomila ha fatto uno scatto in avanti, come sottolineano le parole di Paola Turci: sul palco, nel doppio concerto di sabato e domenica all’Arena di Verona, non ci sono solo le grandi voci femminili della musica italiana. Giuliano Sangiorgi, Samuele Bersani, Niccolò Fabi, Brunori Sas, Fabrizio Moro, Tananai, Achille Lauro, Piero Pelù e Mahmood si sono uniti al coro di Fiorella Mannoia, Elodie, Alessandra Amoroso, Emma, Big Mama, Noemi, Annalisa, Francesca Michelin. Due serate presentate da Amadeus, che hanno riempito il teatro e l’8 maggio saranno riassunte in un unico show per la prima serata di Rai1 e in contemporanea su Rai Radio2 e su RaiPlay.
Gli artisti hanno risposto alla «chiamata alle arti» contro la violenza di genere di Fiorella, motore e ingranaggio della Fondazione che cerca i soldi necessari a tramutare encomiabili intenti in solide prospettive. «I 600mila euro raccolti – ha spiegato Mannoia – saranno devoluti ai numerosi Centri Antiviolenza sparsi in tutta Italia, dalla Basilicata alla Calabria, passando per Caivano in Campania ma anche in Puglia, Sicilia, Sardegna, Lazio, Liguria e Veneto. Questi centri sono importanti ma sono ancora troppo pochi perché tanti altri dovranno aprire se vogliamo che le donne abusate, vilipese, stuprate, abbandonate – si parla di una donna uccisa ogni tre giorni – possano trovare chi le ascolta».
Il secondo dei due concerti, ieri, è caduto poi in una data drammaticamente significativa: il 5 maggio Giulia Cecchettin avrebbe compiuto 23 anni. «Una ragazza – dice Mannoia – alla quale la violenza maschile ha tolto la vita e un futuro, e l’abbiamo voluta ricordare sul palco perché il ricordo di morti come la sua non si perdano nel tempo». «Ogni volta che mi sono esposto con canzoni o discorsi nei confronti delle donne testimoniando una mia vicinanza – spiega Ermal Meta– ho ricevuto un sacco di messaggi di ragazze che mi mandavano le chat devastanti con i fidanzati. Cose inenarrabili. Eppure quello che ho sentito in tutti quei messaggi è stato un grande silenzio».
Tananai ed Elodie da pelle d’oca sulle note di Tango, da brividi Giuliano Sangiorgi e tutto il pubblico in Meraviglioso di Modugno. Assente giustificatissima Ornella Vanoni. Prevista in cartellone e vicinissima alla Fondazione, la settimana scorsa ha tenuto due concerti agli Arcimboldi di Milano e la stanchezza ha avuto il sopravvento.
Tra i tanti momenti emozionanti del sabato da sottolineare la toccante performance di Anna Foglietta e di Massimiliano Caiazzo (il Carmine Di Salvo di Mare fuori). Il dialogo fra due fidanzati fa emergere la denuncia di una relazione tossica che da una chat su Whatsapp sfocia in violenza pura. Un pugno nello stomaco per tutti. «Ci siamo documentati chiedendo alla Polizia Postale i testi di molte chat – hanno raccontato gli attori – per indagare il tema della violenza digitale, che è una delle tante violenze che una donna può subire. Abbiamo messo insieme dei pezzi e nemmeno i più truci, scrivendo un testo che si pone l’obiettivo di scuotere le coscienze». Parallelamente al concerto, sino all’11 maggio la Fondazione «Una Nessuna Centomila» promuove una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi per sostenere il lavoro dei Centri Antiviolenza in Italia. Con un SMS o una telefonata al numero 45580 chiunque potrà contribuire. Il finale corale della serata è arrivato sulle note di Nessuno mi può giudicare, presentata direttamente da Amadeus e Caterina Caselli dalla platea che si è unita alle voci di tutti i cantanti sul palco e a quella, potente, del pubblico. «Il testo è stato cambiato nel finale con il beneplacito di Caterina – ha spiegato Fiorella –. “Ho visto la differenza fra lui e te ed ho scelto te” è diventato “Ho visto la differenza fra lui e te ed ho scelto me”. Non ci poteva essere finale migliore».