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Per unire i puntini – stavolta – basta davvero un piccolo sforzo. Dopo il tracollo del primo settembre scorso in Sassonia e Turingia, la Spd ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie perfino per mantenere uno strettissimo margine di vantaggio in un land (Brandeburgo) che da sempre era un suo punto di forza, e nonostante che il leader socialdemocratico locale, per tutta la campagna, si fosse tenuto alla larga dal cancelliere federale Olaf Scholz, ridotto alla condizione di “dead man walking”. Nel land i socialdemocratici hanno aumentato i voti rispetto al 2019, e negli ultimi giorni hanno recuperato qualche punto rispetto ai sondaggi della vigilia: ma si è trattato comunque di un testa a testa con AfD, sempre più in vertiginosa ascesa. Le elezioni federali sono ormai in vista (settembre 2025), e occorre concludere che la strategia di demonizzazione di AfD si è rivelata un fallimento spettacolare: qualunque cosa si pensi della piattaforma politica di quel partito, è ormai ridicolo “fascistizzare” (anzi, trattare da nazisti) un tedesco su tre. (...)
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