Home SignIn/Join Blogs Forums Market Messages Contact Us

Guerra Ucraina, Kiev ha perso il 20% del territorio. Fallito il progetto di conquista di Putin: al ritmo attuale servirebbero 83 anni

3 ore fa 1
ARTICLE AD BOX

L’Ucraina ha vissuto tre anni terribili, funestati dall’uccisione di migliaia di civili e di soldati, dal forte rallentamento dell’economia, dalla distruzione di intere città.

Ma a guardarla più da vicino, la situazione non è così devastante come la propaganda di Putin vuole far credere.

Tre anni di guerra in Ucraina

Gli aiuti occidentali hanno fatto fronte alle spese dello stato e al bisogno di armamenti, il Pil è crollato nel 2020 ma si sta riprendendo. La grivnia, la moneta locale, non è stata svalutata e ora regge bene i tassi di cambio. Putin voleva arrivare a Kiev in poche settimane e invece in tre anni di logorante guerra ha conquistato solo il 20% del territorio ucraino. E’ stato calcolato che al ritmo attuale di avanzamento gli occorrerebbero 83 anni per conquistare il resto dell’Ucraina: i russi avanzavano con la media di 27,9 chilometri quadrati al giorno a novembre, di 18,1 a dicembre e di 16,1 nel gennaio scorso.

Il Novergian Refugee Council, che ha condotto un approfondito studio sulla situazione del paese aggredito dalla Russia, sottolinea che mentre alcune città come Mariupol sono state rase al suolo, Kiev, Leopoli, Dnipro, Odessa e altre importanti città hanno subito danni minori e hanno continuato a funzionare. Mentre si stimano in circa 800 mila le perdite di soldati russi, Zelensky ha dichiarato il 16 febbraio che le vittime ucraine ammontano a 46.000 morti e 390.000 feriti, cifre forse un po’ addolcite, ma comunque molto lontane dalle perdite del nemico.

Un Paese che non si è fermato

Nonostante l’impegno bellico, l’Ucraina non ha smesso di funzionare. I bombardamenti russi alle centrali elettriche e alla centrale nucleare di Zaporizhzhya hanno creato seri problemi, ma i danni sono stati riparati e il paese in gennaio è tornato a esportare più energia di quanta ne consuma. Il prodotto interno lordo era crollato del 28,8% nel 2022, subito dopo l’inizio della guerra, ma ha guadagnato quasi 10 punti negli anni successivi. Con l’aumento della produzione che seguirà alla pace il pieno recupero può non essere lontano. La buona tenuta dell’economia ucraina in tempo di guerra è dovuta anche a sagge decisioni, come quella di non stampare moneta per non alimentare l’inflazione (oggi al 12%), ma non sarebbe stata possibile senza l’aiuto occidentale. Nel 2024 i finanziamenti arrivati dalla UE, dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti hanno coperto il 73% del fabbisogno aggiuntivo del bilancio ucraino. In gennaio il deficit di bilancio e il rimborso del debito davano già segni incoraggianti di miglioramento. I danni alle infrastrutture sono comunque enormi e ammontano a 170 miliardi di dollari, 60 dei quali per la distruzione di edifici residenziali. Ma sono quasi tutti nei territori che Putin vuole annettersi: se li otterrà saranno un problema suo.

L'economia

I prestiti dell’Unione Europea all’Ucraina sono garantiti da redditi provenienti da beni russi congelati. Anche le centinaia di miliardi di dollari che Trump dice di avere dato a Zelensky sono rimaste in gran parte negli Stati Uniti, a finanziare la produzione di armi per ricostituire le scorte americane mentre i vecchi aerei e i vecchi sistemi missilistici venivano mandati in Ucraina. Raytheon e Lockheed Martin hanno fatto profitti record. L’Unione Europea ha in gran parte fornito e in parte promesso 204 miliardi in tutto, contro i 183 miliardi degli Stati Uniti: ma è difficile che questi soldi divengano un debito di guerra che strozzi l’economia dell’Ucraina alla fine delle ostilità, sempre che Trump non cambi ancora le carte in tavola.

La prospettiva

Ci sarà molto da ricostruire, le città e le campagne andranno ripulite dai detriti e dalle scorie dei bombardamenti, le fabbriche andranno rimesse in sesto per tornare a produrre, ma l’Ucraina è ancora in piedi. C’è anche un problema demografico causato dalle perdite sul campo di battaglia e dalle persone che hanno lasciato il paese dall’inizio della guerra. Si stima che lo abbiano fatto in momenti diversi milioni di cittadini, quasi tutti poi ritornati. Ma sono rimasti all’estero 5,2 milioni di rifugiati, la maggior parte dei quali si trova in Germania, in Polonia e nella Repubblica Ceca. Sono soprattutto (il 44%) donne tra i 30 e 40 anni che sono fuggite con i figli. I maschi adulti sono il 27%, ma nessuno di loro sembra intenzionato a tornare. L’accoglienza nei paesi europei è stata buona, mentre a scoraggiare un rientro ci sono ancora i rischi per la sicurezza, le case distrutte, la mancanza di lavoro e il basso tenore di vita rispetto alle nuove sistemazioni. Zelensky non ha vinto e contro la Russia non potrà mai farlo, ma non si sente comunque sconfitto e per questo rifiuta le umiliazioni alle quali vuole sottoporlo Trump. Ma, in un mondo dove ognuno ricomincia a pensare solo ai propri interessi e si rinchiude nei propri confini, è rimasto solo e dovrà accettare la nuova realtà.

Leggi tutto l articolo