ARTICLE AD BOX
La trama del misterioso naufragio del Bayesian si intreccia anche a quella altrettanto interessante in cui finanza, tecnologia e intelligence si incrociano, proiettandosi ben oltre il golfo di Palermo, fino alla prestigiosa Università di Cambridge, sin nel cuore della Silicon Valley.
La persona che lega tutti questi Paesi e tutti questi contesti è Mike Lynch, il proprietario dello yacht e imprenditore dei big data: per alcuni, pioniere dell’intelligenza artificiale, per altri, un rider finanziario capace di trasformare codici digitali in valori miliardari. Già questo aspetto collega Mike Lynch a ciò che sta avvenendo nella Silicon Valley alle prese con la tecnologia di Chat GPT, un modello di linguaggio sviluppato da OpenAI, progettato per generare testo in modo autonomo e rispondere a domande in modo conversazionale sul cui valore oggi si addensa la minaccia di DeepSeek, che usa le stesse reti neuronali al servizio di analisi di dati e contesti specifici. Il tutto, come nella vicenda di Mike Lynch, genera ancora oggi ampissimi up e down borsistici e non solo.
Dunque la storia di Mike Lynch è un caso di studio per chiunque voglia comprendere come il valore delle imprese tecnologiche sia oggetto di aggiornamenti quando non di vere e proprie dispute che generano i più grandi utili (o perdite) dei nostri tempi.
![](https://www.gedistatic.it/content/gnn/img/lastampa/2025/02/06/214129007-aa298543-18c8-4d94-abc8-0472751d12e8.jpg)
I primi passi nell’IA
Quando nel 1983 Lynch arriva a Cambridge, la lezione dell’antesignano dell’intelligenza artificiale Alan Turing, padre dell’algoritmo e del machine learning, è quanto mai attuale. Turing a sua volta aveva messo a frutto le intuizioni di Bayes, uno scienziato teologo ante litteram che nel 1700 aveva già posto le basi teoriche del calcolo delle probabilità delle cause che avrebbero generato un evento noto: è il primo arcaico mattone dell’IA.
Siamo all’alba del big bang informatico e nel 1983 il TIME magazine mette il Computer in copertina come personaggio dell’anno. Lynch con uno stratagemma riesce a mettere le mani sul microchip più sofisticato dell’epoca. Applicando il Teorema di Bayes alle enormi potenzialità di calcolo disponibile scaturisce un programma capace di automatizzare il riconoscimento di impronte digitali. Subito dopo arriva il riconoscimento delle targhe automobilistiche.
Il software mette nelle mani di Mike Lynch i primi lucrosi contratti ed è soprattutto la chiave per lo sfruttamento dell’enorme quantità di dati che la crescita esponenziale di internet stava generando. Ne è convinto il professor Varese, oggi criminologo all’Università di Oxford, che ha studiato a Cambridge proprio in quegli anni e che riconosce a Lynch il merito della creazione del primo nucleo di IA.
![](https://www.gedistatic.it/content/gnn/img/lastampa/2025/02/06/214132459-026088f7-d6ca-4fdf-ac9c-45fd288e0249.jpg)
Un frame del video che cattura il momento del naufragio del veliero Bayesian a Porticello (Palermo), immortalato dalla telecamera di sorveglianza di un club velico locale
(ansa)La nascita di Autonomy: il sogno imprenditoriale
Nel 1996, Lynch fonda Autonomy, un’azienda specializzata in software per l’analisi dei dati non strutturati, un campo allora quasi inesplorato. L’idea alla base di Autonomy è rivoluzionaria: utilizzare algoritmi di intelligenza artificiale per estrarre informazioni significative da grandi volumi di dati testuali, come email, documenti e registrazioni audio.
La start-up nata nella stanza di uno studente di Cambridge è quotata al London Stock Exchange, poco dopo l’11 Settembre e l’attacco terroristico alle Torri Gemelle genera la necessità da parte della National Security Agency di leggere e interpretare migliaia di conversazioni telefoniche intercettate. Il riconoscimento vocale e la correlazione di singole parole produce il miracolo di rendere disponibili gigantesche quantità di dati altrimenti inutilizzabili.
Mike Lynch diventa l’eroe nazionale inglese, archetipo del self-made man, metà scienziato, metà businessman, capace di scalare le vette del successo imprenditoriale, corteggiato dalla politica. Diventa consigliere di Dowing Street per le nuove tecnologie, consigliere di amministrazione della BBC, le porte del potere inglese sono spalancate. La sua sensibilità scientifica unita a un fortissimo fiuto per gli affari lo rende in breve la figura più in vista della City di Londra, al punto da essere definito il Bill Gates inglese. L’azienda cresce rapidamente, attirando l’attenzione di investitori e clienti in tutto il mondo.
![](https://www.gedistatic.it/content/gnn/img/lastampa/2025/02/06/214135070-1edecce0-fdaf-46eb-a047-01d14ac9add6.jpg)
Le ricerche subacquee dei dispersi
(ansa)La Hewlett Packard, allora una delle old big tech che non aveva saputo cavalcare l’innovazione prodotta da internet, è alla ricerca di uno strumento per rientrare nel nuovo flusso tecnologico e riconosce in Autonomy la società ideale per ridargli slancio. La HP riesce ad aggiudicarsene l’acquisto per 11 miliardi. È la più grande operazione finanziaria mai realizzata tra Gran Bretagna e Usa. Le cose però non vanno come dovrebbero: il matrimonio tra società così diverse non funziona e Mike Lynch viene accusato di aver frodato l’HP, facendo apparire ricavi che non si vedono. Prima di finire nel gorgo della giustizia inglese e americana, Lynch fa in tempo a creare un fondo di private equity che finanzia start-up. Quella che gli riesce meglio però è nient’altro che una versione aggiornata della sua Autonomy. Si chiama Dark Trace, nel suo consiglio siedono l’ex n. 1 del MI5 inglese e il suo equivalente della Cia.
Dark Trace
Dark Trace si specializza in cybersecurity grazie all’utilizzo di algoritmi di intelligenza artificiale che rilevano possibili minacce informatiche. Anche in questo caso, Lynch dimostra la sua capacità di anticipare le tendenze del mercato e Dark Trace cresce rapidamente, diventando una delle aziende più innovative del settore. Nel frattempo, negli Stati Uniti le nuvole della tempesta giudiziaria si addensano e grazie a una vecchia legge usata per contrastare la criminalità organizzata, che facilita l’estradizione in Usa, Mike Lynch viene trasferito di forza - in catene come racconta più volte lui stesso - per subire un processo federale il cui esito è pressoché statisticamente scontato: solo lo 0,5% degli imputati ne esce assolto.
Il conservatore Lord Deben, grande amico di Lynch, non ha dubbi sul fatto che gli Usa abbiano usato la leva giudiziaria impropriamente. Il voltafaccia di HP, che accusa l’imprenditore inglese e il suo team di aver gonfiato artificialmente i ricavi e il valore dell’azienda, secondo Lord Deben «non è giustificato: poiché aveva accuratamente potuto accertare per più di un anno il vero valore di Autonomy».
La vicenda di Lynch allora assume le dimensioni di epifenomeno dell’intera vicenda dell’IA. Cosiccome l’arrivo della cinese DeepSeek, cancellando la “segreta unicità” dell’IA made in Usa, ha messo in crisi la narrazione dell’IA come esclusiva americana, la vicenda di Autonomy e di Dark Trace dimostra che in Europa ci possono essere talenti e business models in grado di competere, che la partita è sempre aperta.
Nel giugno dello scorso anno, Lynch viene prosciolto dalle accuse, poco dopo il naufragio anche Dark Trace viene venduta a un fondo americano per oltre 4 miliardi di dollari, confermando ancora una volta il fiuto imprenditoriale di Lynch. La sua prediletta manager Poppy Gustaffson, già ceo di Dark Trace, viene nominata baronessa e re Carlo III ratifica la scelta del governo laburista di concederle un seggio a vita alla Camera dei Lord. Il titolo di baronessa le permetterà soprattutto di essere nominata ministro dell’Innovazione nel Governo Starmer.
Il segreto dei software
Oltre le cause specifiche dell’affondamento del Bayesian, l’aspetto più misterioso riguarda i codici sorgente dei software di Autonomy e Dark Trace. Una tesi vuole che Lynch, consapevole del loro immenso valore strategico, li portasse sempre con sé, memorizzati su dispositivi portatili, una pratica che sarebbe continuata anche dopo la vendita di Autonomy a HP nel 2011, e che potesse avere copie di backup o versioni modificate dei software, utilizzate per scopi personali o legati a progetti segreti.
Un’eredità di enigmi
Mike Lynch rimane una figura enigmatica, capace di suscitare ammirazione e sospetti in egual misura. La sua passione per l’agente segreto più famoso al mondo, James Bond, che lo portò a acquistare la sua celebre Aston Martin e a battezzare le sale del suo ufficio con i nomi dei personaggi di 007, sono solo la scenografia dei suoi legami con i servizi segreti inglese, americano, israeliano.
Il mistero dell’esistenza dei codici sorgente aggiunge un ulteriore strato di complessità alla sua storia, trasformandola in un racconto che sfuma tra realtà e finzione. Che i codici siano ancora nella cassaforte del Bayesian o meno, una cosa è certa: Lynch ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo della tecnologia, e la sua ombra continua a ispirare dibattiti e speculazioni. Forse, come ogni grande mistero, questa storia non sarà mai completamente svelata.