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Il cardinale Parolin ringrazia Meloni (anche) per aver reso l'utero in affitto reato universale

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Il cardinale Pietro Parolin, a nome della Chiesa, ha ringraziato il governo Meloni per quello che ha fatto e sta facendo. E ha fatto l'elenco: la promozione sui valori etici e la famiglia, la sicurezza garantita sul Giubileo, i sostegni alle scuole paritarie, l'aver aggiustato la posizione degli insegnanti di religione e avere messo al bando come reato universale l'utero in affitto modificando un comma della Legge 40. 

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Al centro del colloquio annuale che celebra l'anniversario dei Patti Lateranensi a villa Borromeo, sede dell'ambasciata italiana presso la Santa Sede, sono stati misurati i rapporti più che buoni tra l'Italia e il Vaticano. «Si è toccata anche la collaborazione relativa all'accoglienza dei migranti, terreno sul quale la Chiesa sta facendo tantissimo.

Semmai vi sarebbe la necessità di avere dei protocolli di collaborazione con le autorità italiane a livello provinciale, regionale e nazionale. Ma si vedrà» ha annotato uscendo dal palazzo Parolin. Così come si vedrà più avanti anche l'annosa questione europea dell'Imu da pagare e sulla quale il ministero dell'Economia deve rendere conto a Bruxelles. I tecnici stanno cercando di individuare la quadra per non penalizzare troppo il settore religioso di tante strutture educative che già navigano in cattive acque.

La parte ritenuta più interessante dai presenti è stata però la disamina geopolitica, in base agli ultimi eventi caratterizzati dalle iniziative del presidente americano. In questo contesto a meno di ventiquattr'ore dalla lettera irrituale del Papa ai vescovi Usa contenente il messaggio per Trump contro i trasferimenti forzati degli immigrati ispanici, il Vaticano anche stavolta è sembrato assestare un successivo colpo basso al modo di procedere di Washington. Soprattutto per risolvere la guerra a Gaza. 

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«La popolazione palestinese deve rimanere nella sua terra. Non ci deve essere nessuna deportazione». Il cardinale Pietro Parolin solitamente molto sfumato nella scelta dei verbi, indugia sul verbo 'dovere". Quel popolo non si "deve" spostare anche perchè traslocare due milioni di persone «non ha senso, creerebbe solo una nuova crisi della migrazione e poi i paesi vicini, Egitto e Giordania, che non sono favorevoli». Il porporato prima di guadagnare l'auto ricorda che pure di recente il Re di Giordania a Washington ha fermamente espresso contrarietà e «ha detto di no».

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La soluzione sulla quale Papa Francesco continua a insistere è quella dei due popoli e due Stati: «il che darebbe speranza alla popolazione locale» annota il Segretario di Stato vaticano. Altro tema sul quale ha messo i paletti è la pace in Ucraina, attualmente al centro di un dialogo diretto tra Putin e Trump. «Ci sono tanti spiragli e movimenti e speriamo che si concretizzino. Mi auguro che possa arrivare una pace solida e duratura e giusta, coinvolgere tutti gli attori, che tenga conto dei principi del diritto internazionale e dell'Onu. In ogni caso è presto per valutarle, vediamo come si realizzano che implementazione avranno. Bisogna mettere fine a questa carneficina».

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