Dopo lunghi mesi di trattative, la Russia e l'Iran hanno concluso oggi un trattato di “partenariato strategico” della durata di almeno 20 anni che comprende una cooperazione anche nel campo militare e della sicurezza. La cerimonia della firma al Cremlino ha coronato tre ore di colloqui tra Vladimir Putin e il presidente iraniano Massud Pezeshkian. Ma, da quello che hanno riferito i media russi, non sembra stringente come quello siglato lo scorso anno tra Mosca e Pyongyang, che secondo i Paesi occidentali ha portato allo schieramento di almeno 10.000 soldati nordcoreani nella regione russa di Kursk.
Intanto Mosca ha annunciato che nessun suo rappresentante parteciperà lunedì alla cerimonia d'insediamento di Trump e Putin ha aggiunto un messaggio di sfida, affermando che la Russia e l'Iran «resistono con risolutezza alle pressioni esterne e ai diktat» di chi impone «sanzioni illegittime motivate politicamente». E il Cremlino ostenta sicurezza anche in merito all'andamento delle operazioni sul terreno. Il ministero della Difesa sostiene che le forze russe sono all'offensiva «in tutte le direzioni» per respingere le truppe d'invasione ucraine nel Kursk e che finora hanno liberato 800 chilometri quadrati, pari a oltre il 60% del territorio occupato dalle forze di Kiev nella loro penetrazione, cominciata all'inizio dello scorso agosto.
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Due droni ucraini sono stati distrutti nella regione russa di Bryansk dalle forze di difesa aerea russe. Non ci sono state vittime. Lo riferisce l'agenzia di stampa russa Tass che cita il Governatore della regione.