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Sinner: “Giocherò al Roland Garros solo se sarò al 100%”

6 mesi fa 6
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La conferenza stampa di Jannik Sinner a Roma non svela tutto quello che si sperava, e soprattutto fa nascere nove preoccupazioni. Alla domanda diretta sulla natura dell’infortunio all’anca destra per cui ha dovuto rinunciare agli Internazionali il numero 2 del mondo - non certo nel suo miglior umore - non ha voluto rispondere se non in maniera elusiva. E facendo capire che anche la partecipazione al Roland Garros è in forse.

«Non voglio entrare nei dettagli. All’inizio pensavamo fosse un problema poco grave di grave, invece con la risonanza abbiamo visto che qualcosa che non va. Non voglio dire cosa, ma è tutto sotto controllo. Se non dovessi guarire al 100 per cento (per ora sono previsti 15 giorni di stop, ndr) mi fermerò più a lungo: non ho voglia di buttare via tre anni di carriera in futuro. Anche se fa male, curare il corpo è più importante che tutto il resto».

Molto dipende da cosa succederà nei prossimi 7, 10 giorni. «Mi aspetta ovviamente un periodo in cui non giocherò. A partire dalla prossima settimana decideremo il tipo di lavoro da fare. La preparazione per Parigi non sarà ottimale, i tempi sono stretti. Di certo daremo il massimo per arrivarci al meglio, ma è chiaro che al Roland Garros giocherò solo se sarò al cento per cento. Arrivarci senza nessuna partita qua a Roma non è banale, ma al momento ci sono tante domande a cui nessuno sa rispondere, quindi è inutile farsele»

Jannik ha riepilogato le tappe dell’infortunio, da Monte Carlo, con i primi dolori accusati contro Kotov, al ritiro di Madrid alla vigilia del match contro Auger-Aliassime: «Prima di Madrid stavo meglio. A Madrid ci sono stati giorni in cui sentivo più il dolore, altri in cui andava un po’ meglio. Una situazione un po’ strana. Con Kotov l’avevo sentito abbastanza, il giorno prima di affrontare Khachanov di nuovo mi sentivo un po’ meglio, anche se sapevo che c’era qualcosa che non andava. Il giorno dopo la vittoria su Khachanov, con la prima risonanza, abbiamo visto che qualcosa non era a posto al 100 per cento, e abbiamo preso la decisione di non giocare contro Aliassime. Tornato a Monte-Carlo ho fatto altri esami, e in base a quelli abbiamo preso la decisione non facile, non semplice, di non giocare a Roma, che è il torneo più speciale dell’anno per me. Bisogna accettarlo, anche se fa male. Nello sport succede. Del resto compio 23 anni quest’anno, spero di poter giocare qui per altri 10 anni…». «Magari anche 15…», gli ha fatto eco scherzosamente Il Presidente Fitp Binaghi.

Sulla gestione dell’infortunio Jannik non ha rimpianti, anche se prima di rispondere si è concesso qualche secondo per riflettere. «Non lo so…. Di sicuro ho capito che il riposo è molto importante, anche per la parte mentale. Credo che con il team abbiamo fatto tutte le cose giuste, se tornassi indietro non saprei onestameete cosa cambiare. E’ comunque una esperienza da cui imparare, per l’anno prossimo magari bisognerà riflettere se giocare o no a Monte Carlo, dove sono arrivato un po’ stanco dopo la trasferta in America».

Anche la domanda su quali siano gli obiettivi della stagione, a questo punto, non ha avuto una risposta rasserenante. Jannik infatti non ha citato né gli Slam né le Olimpiadi. «Onestamente l’obiettivo era Roma», ha buttato là, guadagnandosi un applauso. «Più in generale giocare tanti match davanti ad un pubblico italiano. Ora spero di poterlo fare a Torino: al momento sono messo bene, vediamo che cosa succede». Torino ovvero le Atp Finals, che si giocano a novembre: fra sei mesi abbondanti. Risposta giusta se dettata dalla necessità di non sentire pressione sui tempi di rientro. Ma che qualche domanda sulla gravità dell’infortunio e sui tempi di recupero, ovviamente la autorizza.

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