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TORINO. Torna in cattedra Federico Vercellone, il docente di Filosofia che un anno fa era stato sospeso dall’Università di Torino con l’accusa di molestie verbali nei confronti di alcune studentesse. Tra una settimana partirà il suo corso di Estetica dell’immagine, dove sono attesi circa 300 iscritti. Ma il docente non sarà solo: con lui ci sarà un tutor, cioè una figura professionale che affianca e supporta i professori durante l’insegnamento e gli esami. Due occhi e due orecchie in più che tranquillizzano gli studenti e le studentesse, che qualche settimana fa avevano scritto all’Università chiedendo la presenza di un testimone durante le lezioni. Il tutor ci sarà, ma l’ateneo precisa: non è un affiancamento a Vercellone. È un supporto per via dell’alto numero di frequentanti.
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Una protesta degli universitari contro le molestie a Palazzo Nuovo
Il caso intorno al docente era scoppiato un anno fa. Il collettivo di sinistra Studenti indipendenti aveva raccolto centinaia di denunce per molestie in ateneo. All’università sarebbero state mostrate varie prove tra cui foto e video, facendo così partire un’indagine interna che aveva portato alla sospensione per un mese del professore, accusato di «sguardi lascivi rivolti a una studentessa durante un esame». Era marzo 2024. Il suo ricorso al Tar è ancora aperto.
Federico Vercellone ha 69 anni e questo è il suo ultimo anno prima della pensione. A novembre ha ripreso a insegnare con un corso di Estetica, che siccome era facoltativo e rivolto a pochi studenti di Filosofia, è passato inosservato. Già all’epoca, però, le associazioni studentesche erano state allertate: ecco perché Sara Marovelli, rappresentante di Run Unito (di area centrosinistra), scriveva all’università chiedendo la presenza di un tutor al corso del professore. Risposta: sì. In realtà, era un assistente chiamato dallo stesso docente. E c’è stato solo nelle prime due lezioni.
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Tutto fila liscio fino alla fine di gennaio, quando Marovelli scrive di nuovo all’ateneo. «Sorge nuovamente il problema della sensibilità degli studenti e studentesse che non si sentono a loro agio nell’avere con lui un’interazione diretta - si legge nella email -. Posso garantire che soprattutto per le matricole il disagio viene percepito in maniera pressante». A differenza del primo semestre, il corso che inizierà il 13 febbraio è obbligatorio e ogni anno ha circa 300 iscritti, che arrivano da Scienze della Comunicazione. «Vi chiediamo la gentilezza di inserire un affiancamento che possa essere un valido supporto in caso di colloqui e situazioni in cui gli studenti non se la sentissero di interloquire direttamente col docente». Marovelli scrive al direttore del Dipartimento di Studi Umanistici Alessandro Mengozzi, che le risponde: «Assicuro che, come in tutti gli insegnamenti di Scienze della Comunicazione molto frequentati, il corso di Estetica prevede la partecipazione di un tutor che sarà presente alle lezioni e in occasione di ricevimenti ed esami».
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Un anno fa Vercellone quel corso lo teneva da solo. Caso vuole, però, che quest’anno sia cresciuto il numero di iscritti a Scienze della Comunicazione. E per questo siano stati chiesti più tutor per i corsi del primo anno, che sono i più frequentati. Spiega Gabriella Taddeo, presidente di Scienze della Comunicazione: «Il tutor non è una figura messa ad hoc per il suo caso. Il corso di Vercellone è molto frequentato e necessita di assistenza. Non entro nel merito della richiesta dei collettivi, ma casualmente o per fortuna avevamo già destinato le risorse anche a quel corso». Il professore ha saputo della richiesta degli studenti e la stessa Taddeo ha assicurato che la situazione è sotto controllo. Anche se ufficialmente il tutor non è antimolestie, di fatto corrisponde alla richiesta di Marovelli. Che risponde sollevata: «Sappiamo che il docente non può essere rimosso e questa è già una soluzione per noi». Il rettore Stefano Geuna, interpellato, non ha voluto commentare. A un anno di distanza dal #Me Too sono stati aperti tre nuovi sportelli antiviolenza in ateneo.