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Ue, “no” di Berlino agli eurobond per la difesa. Leader europei contro Trump su dazi e Groenlandia

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BRUXELLES. «Fare di più, più rapidamente, meglio, e insieme». Il ritornello dell’Unione europea, quando si parla di difesa, lo intona una volta di più il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, al termine del vertice informale dei leader convocato per iniziare un ragionamento su cui la dimensione dell’insieme sarà tutta da trovare, soprattutto dal punto di vista finanziario. Perché la Germania chiude ad ogni ipotesi di eurobond. Un’opzione su cui il governo Berlino si era già espresso ma su cui il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha voluto tenere il punto. «L'Unione europea non ha la prospettiva di contrarre debiti comuni», le sue parole al termine della riunione. «Si tratta piuttosto di creare maggiore flessibilità per i singoli Paesi» membri.

Costa però torna a ripetere che l’Ue non è disposta a sottostare a capricci e diktat, neppure da parte degli alleati tradizionali. Un pro-memoria per gli Stati Uniti e al suo presidente, Donald Trump, contro le cui intenzioni di dazi anti-europei e di appropriarsi della Groenlandia, l’Europa degli Stati promette battaglia.

Niente eurobond

Scholz è il primo e anche l’unico leader a parlare a fine vertice, anticipando anche la conferenza stampa generale con i presidenti delle istituzioni Ue. Anticipa quelli che sono i risultati di un meeting che rinvia ad altra data, come previsto, la soluzione che serve all’Europa degli Stati per imprimere un cambio di passo in un dominio, quello della difesa, rimasto finora esclusivamente nazionale. C’è l’idea di trovare «opzioni comuni e strumenti innovativi», anticipa il presidente del Consiglio europeo, Costa. Non entra nel merito, ma fa riferimento alla necessità di stimolare gli investimenti privati, sfruttare quanto più possibile la Banca europea per gli investimenti (Bei), e rimodulare anche il funzionamento dell’Agenzia europea per la difesa (Eda). Andranno esplorati gli i canali già disponibili, con la Commissione incaricata di lavorare anche a nuove soluzioni. Uno di questi, suggerito da Berlino, la possibilità di rimettere mano alle regole sugli aiuti di Stato e, dove possibile, alle regole comuni di bilancio. «Guarderemo a come utilizzare al meglio tutta la flessibilità possibile all’interno del patto, e ce n’è molta, per favorire la spesa per la difesa», conferma la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Dazi e Groenlandia, tutti uniti contro Trump

La panoramica delle relazioni euro-atlantiche era prevista. Andava inquadrata nel contesto del cambio di amministrazione dopo le elezioni statunitensi e le ricadute nella cooperazione in materia di difesa, inclusa quella all’interno della Nato. Poi le dichiarazioni del presidente Usa, Donald Trump, sull’imposizione di dazi ha rimescolato l’ordine del giorno. Il dibattito sulle relazioni Unione europea-Stati Uniti ha visto una levata di scudi contro le intenzioni di Trump. Il messaggio che da Bruxelles viene inviato a Washington è che si risponderà. Lo affermano i leader di Germania e Francia in mattinata, a inizio lavori, lo ribadisce la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a tarda sera, a fine lavori: «L’Ue risponderà con fermezza».

Attorno al tavolo, confidano fonti Ue, permane comunque un certo ottimismo circa la possibilità che alla fine tutto possa rientrare. I leader europei continuano a considerare gli Stati Uniti partner naturali, perché alleati di lungo corso. Il passato condiviso viene considerato come una dote utile a immaginare che le relazioni bilaterali possano continuare, però, certo, le tariffe su beni e servizi sarebbero un problema di fronte al quale ci si promette sostegno reciproco e quindi soluzioni comuni qualora necessario, il che vuol dire dazi. «Possiamo rispondere a politiche sui dazi con politiche sui dazi», il ragionamento espresso da Scholz a inizio lavori. Un ragionamento che resta valido.

Bruxelles, la premier danese Frederiksen: "La Groenlandia non è in vendita"

Ma contro Trump si registra anche una convergenza dei Ventisette sulla Groenlandia. Il presidente Usa la vorrebbe come nuovo Stato, e con dichiarazioni pubbliche ha minacciato ritorsioni qualora la Danimarca non la cedesse. «Non è in vendita», ha tagliato corto la prima ministra danese Mette Frederiksen, che trova la solidarietà e la vicinanza dei partner. Fonti Ue affermano che nel corso del vertice informale i leader hanno espresso sostegno e vicinanza alla Danimarca, e affermato l’importanza del rispetto del diritto internazionale e dei suoi principi rilevanti. «Sovranità territoriali», «difesa dell’integrità territoriale» e «inviolabilità dei confini» sono concetti su cui Costa, a tarda sera, insiste volutamente, anche per ricordare a Trump. Perché valgono «per gli Stati membri dell’Ue, quando si rimettono in discussione», e perché «sono principi universali» che in quanto tali si applicano all’Ucraina.

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