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E pensare che suo padre era sicuro che sarebbe diventato un manovale: un mestiere sicuro, adatto a questo ragazzo poco portato per gli studi, simpatico e con la battuta pronta, ma con scarsa propensione per le attività intellettuali. E infatti ieri è con una battuta che Friedrich Merz ha salutato la vittoria e l'ascensione alla cancelleria tedesca.
«Dovremo agire rapidamente, il mondo non aspetta, ma questa sera, portiamo Rambo Zambo dentro la Konrad Adenauer Haus». Rambo Zambo: in riferimento alla canzone satirica, e molto orecchiabile, che gli ha dedicato il dj Raab. Come a dire: adesso è il momento di festeggiare e di lasciarsi andare, ma è anche il momento che suoni una musica nuova. Dentro la sede della Cdu, e magari anche in Germania. Ieri sera, dall'alto del suo metro e 98, ex avvocato diventato multimilionario, Merz è apparso scattante e fresco, vestito di azzurro in tinta con il colore del palco del suo partito.
Merz, chi è il prossimo cancelliere tedesco: l'avvocato multimilionario "nemico" di Merkel
«È una vittoria storica» ha detto con un gran sorriso. Una vittoria personale anche: sugli studi difficili, su Angela Merkel che lo aveva costretto a fare diversi passi indietro nel partito. «È stata una dura campagna elettorale», ha detto ieri, «ma ai miei avversari dico che questo è il momento di parlarci».
L’ESORDIO
Debutterà con il tema che si è imposto nella campagna elettorale: l'immigrazione. Controllare i flussi, blindare il paese, voltare pagina rispetto al socialdemocratico Olaf Scholz, ma anche rispetto a Angela Merkel. Il neocancelliere ha un piano nel cassetto in cinque punti da realizzare «fin dal primo giorno del suo arrivo alla cancelleria». Tra le misure previste, il ripristino «permanente» dei controlli alle frontiere e il respingimento «senza distinzione» di tutti i migranti in situazione irregolare, compresi «i richiedenti asilo», cosa che ha definito «un congelamento de facto di tutti gli ingressi».
Gli oppositori, in Germania ma anche in Europa, hanno già individuato «potenziali violazioni del diritto europeo da parte del più grande paese dell'Unione, come solo Viktor Orban ha osato fare finora» (parole dell'uscente Scholz). Dopo l'ultima ondata di attentati, da Monaco a Berlino, Merz potrebbe dichiarare lo stato di emergenza che consentirebbe alla Germania di bypassare le norme comunitarie e organizzare respingimenti alle frontiere nazionali. Il neocancelliere si è anche detto favorevole a una «esternalizzazione» dell'esame delle richieste d'asilo.
LA FILOSOFIA
Alla base della filosofia che guida la politica di Merz nella gestione dell'immigrazione: una revisione radicale della «multikulti», il multiculturalismo declinato in Germania anche da Merkel, a favore invece di una rivendicata «Leitkultur», una difesa della cultura dominante tedesca. Resta da vedere come si comporterà il cancelliere Merz alla prova dei fatti: mai stato nemmeno ministro, il suo stile alla guida della Germania è tutto da testare. I dossier sul tavolo in compenso sono noti e anche le sue intenzioni. Sul fronte economico, dovrà invertirne la tendenza dopo due anni consecutivi di recessione. La sua «Agenda 2030» prevede diminuzione delle tasse, ancora più netta diminuzione della burocrazia e più flessibilità. Si dice atlantista, ma «senza illusioni» e deciso a fare dell'era Trump un'occasione per emancipare l'Europa.
«Per me la priorità assoluta sarà raggiungere l'indipendenza dagli Stati Uniti» sul tema della difesa, «dalle dichiarazioni rilasciate la scorsa settimana, sembra chiaro che gli Stati Uniti sono relativamente indifferenti al futuro dell'Ucraina», ha detto ieri. Primo segno della svolta, la creazione di un «Consiglio Nazionale della sicurezza» all'americana, direttamente collegato alla cancelleria. Per ora le linee direttrici sono un reset delle relazioni privilegiate a est e a ovest, con la Polonia (si recherà subito a Varsavia) e con la Francia; la denuncia «senza equivoci» dell'«asse delle autocrazie» e un sostegno netto all'Ucraina. In particolare, Merz guarderebbe con favore agli appelli alla sovranità economica e di difesa lanciati dal presidente francese Emmanuel Macron, che non ha mai avuto un grande feeling con Scholz: «Dobbiamo cambiare atteggiamento con i nostri vicini – è la linea di Merz – Quando Emmanuel Macron ha pronunciato il suo discorso proeuropeo alla Sorbona non c'è stata nessuna risposta da parte della Germania».