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Sconcezze a norma di legge

5 ore fa 1
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Del molto di incomprensibile del disegno di legge sicurezza (sono anni che si succedono e si aggiungono decreti sicurezza, pacchetti sicurezza, ddl sicurezza, così che si perpetui l’insicurezza), la più incomprensibile è la norma che intende eliminare l’obbligo di rinvio della pena per le donne gravide o con figli di meno di un anno. Quando la legge sarà approvata, andranno in carcere anche loro, a meno che un magistrato non decida diversamente, e con stringenti motivazioni.

Senza dissimulazione né rossori, la norma è dichiarata anti rom, per l’abitudine che hanno di mandare le donne gravide o con figli piccoli a borseggiare sulle strade e sugli autobus e in metropolitana. Tanto, anche se le prendono, anche se le condannano, in carcere non ci vanno e, finita una gravidanza, gliene si impone un’altra, di modo che il lasciapassare sia eterno.

Dunque il colpo di genio, diciamo così: si prenderanno, si condanneranno e si metteranno in carcere, col nascituro o il neonato, affinché il trucco non serva più a nulla. Non so se avete intuito quali finezze del diritto abbiano illuminato il legislatore: siccome è sconcio ingravidare le donne, sfruttarle e sfruttarne i bambini piccoli o non ancora nati abusando di una norma di civiltà, si ricorre allo sconcio di abolire la norma di civiltà e di chiudere dietro le sbarre donne e bambini (del resto, di soldi per le case famiglia, dove far scontare la pena, ma soprattutto ricoverare madri e figli e sottrarli alla schiavitù di mariti e padri, non ce ne sono). Lo sconcio prima a casa e lo sconcio poi dallo Stato: essere donne e bambini rom oggi in Italia.

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