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Elezioni Brandeburgo, la vittoria a metà di Scholz: i socialisti battono l?Afd nascondendo il cancelliere

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 Gigantesco sospiro di sollievo a Potsdam dopo i primi risultati delle elezioni in Brandeburgo, che confermano al primo posto il partito socialdemocratico di Dietmar Woidke alla guida dei governi regionali da 11 anni. Ma grande sollievo anche a Berlino, dove un crollo della Spd nel Land che circonda la capitale, e che da dopo l'unificazione è sempre stato governato dal partito socialdemocratico, avrebbe potuto innescare un terremoto tale da scuotere anche la poltrona del cancelliere Olaf Scholz. Questo pericolo per ora è scampato, la Spd è prima davanti all'AfD e ciò probabilmente servirà a stemperare le voci di un possibile cambio del candidato cancelliere della Spd alle politiche nell'autunno 2025: il popolare ministro della difesa Boris Pistorius al posto dell'impopolare Scholz. 

IL FUTURO

Il cancelliere si è sempre detto fiducioso non solo di essere sostenuto dal partito, ma anche di vincere un'altra volta le prossime legislative come già quelle del 2021, vinte agli ultimi cento metri. Il quadro generale non cambia: il governo semaforo fra Spd, Verdi e Liberali non gode della fiducia dei tedeschi ed è affossato nei sondaggi. Ma lo scenario di elezioni anticipate nel caso di una batosta in Brandeburgo, dopo quelle già subite in Sassonia e Turingia, sembra al momento tramontato. Le voci su un piano di pace in Ucraina allo studio alla cancelleria, se vere, potrebbero essere un buon correttivo per rilanciare l'immagine e le quote di Scholz nella corsa per la guida del Paese. Le previsioni indicavano ieri sera la Spd al 31,5% (26,2% nel 2019), l'AfD seconda al 29,5% ma sempre in aumento rispetto a cinque anni fa (23,5%), la Cdu in forte calo al 11,9% (15,6%). I Verdi sono al 4,6% (contro il 10,8%) e ancora non si sa se riusciranno a entrare nel Landtag, il parlamento regionale. La Linke invece scompare col 3,5% (10,7%), mentre il nuovo partito populista di estrema sinistra e destra di Sarah Wagenknecht (Bsw) fa il pieno di voti come già in Sassonia e Turingia e arriva al 12,4% scalzando dal terzo posto la Cdu. Al momento, se i Verdi ce la fanno, potrebbero esserci i numeri per una riedizione dell'attuale coalizione “Kenia” (dai colori della bandiera africana) fra Spd, Cdu e Verdi. Governatore resta comunque Dietmar Woidke, che ha goduto del bonus dell'incarico e della sua grande popolarità: il 59% dei brandeburghesi voleva una sua riconferma e il 60% è contento del suo operato. 

LA STRATEGIA

Inoltre ha premiato la sua abile campagna elettorale, da cui aveva peraltro pregato il cancelliere Scholz di tenersi alla larga, di non intervenire cioè mai ai suoi comizi. Consapevole della sua popolarità, Woidke aveva annunciato che se la Spd non avesse vinto e fosse stata superata anche di poco dall'AfD lui non sarebbe stato disposto in nessun caso a rimanere alla guida del governo e si sarebbe dimesso: o noi o loro. La minaccia ha funzionato, gli elettori hanno praticamente eletto con voto diretto il loro governatore. «È stato un lavoro duro, ma abbiamo accettato la sfida e contrastati», ha detto Woikde nelle prime dichiarazioni a caldo. «Il nostro obbiettivo era sin dall'inizio scongiurare che il nostro Terra diventasse un covo bruno dell'estrema destra». Musi lunghi alla Cdu che racimola solo l'11,9%, franando di quasi quattro punti rispetto al già pessimo risultato del 2019 (15,6%) e finisce dietro il partito di Sarah Wagenknecht al 12,4%. I dirigenti del partito argomentano che questa elezione era estremamente polarizzata: o Spd o AfD, a danno degli altri. Inoltre non è piaciuto l'endorsement che il governatore Cdu della Sassonia, Michael Kretschmer, ha fatto in campagna elettorale per il collega Woidke della Spd piuttosto che per il candidato del proprio partito. La recente nomina uno sfidante cancelliere del leader Cdu Friedrich Merz, sono concordi nel partito, era troppo fresca per aspettarsi un effetto positivo in Brandeburgo. Certo è che la batosta getta un'ombra, forse solo passeggera, sulla sua nomination per la cancelleria nel 2025. Quanto a Scholz, a New York per la conferenza generale dell'Onu, ha seguito i risultati in collegamento diretto e si è mostrato sollevato . Il segretario generale Kevin Kühnert si è detto molto soddisfatto ma non ha esagerato: «Siamo ben consapevoli della situazione». 
 

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