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Influenza, Rezza: «La circolazione sarà molto elevata: si rischia aumento del numero di casi gravi»

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Negli anni della pandemia ci siamo difesi con mascherine e misure di distanziamento. Questo ha frenato il Covid e contestualmente ha di fatto azzerato la diffusione dell’influenza. «Così oggi abbiamo molti bambini che non sono mai venuti a contatto con il virus influenzale che dunque può circolare in modo più rapido. Ecco, il nodo è proprio questo: se più persone si contageranno, a causa di questa maggiore diffusione, il numero di morti e casi gravi potrebbe essere alto tra anziani e fragili. È utile aumentare il tasso di vaccinazione anti influenzale». Il professor Gianni Rezza è professore universitario di Igiene al San Raffaele di Milano, dove dirige anche un master di epidemiologia, e avverte: fare le previsioni su come andrà l’influenza in questa stagione è un esercizio non semplice ma qualche punto fermo possiamo metterlo.

Professore anche se lei mette in guardia dai facili pronostici resta la domanda: come andrà quest’anno l’influenza?
«A volte si sparano numeri e previsioni catastrofiste un po’ a caso. L’anno scorso è stato dominante il sottotipo H1N1, derivato dall’influenza suina. Abbiamo avuto moltissimi casi, con una circolazione intensa. Quest’anno, se guardiamo all’esperienza che ci precede sempre dell’Australia, possiamo ipotizzare che anche da noi sarà predominante il sottotipo H3N2».

Sarà più pesante?
«In realtà i sintomi e la letalità tra un sottotipo e un altro non si discostano di tanto. Ciò che conta è che, come avvenuto l’anno scorso, circolerà in una popolazione in cui c’è un vasto bacino, fatto di bambini e ragazzi, che per le misure di protezione che furono giustamente messe in atto durante la pandemia, non sono mai venuti a contatto con il virus influenzale».

Abbiamo più persone senza difese naturali e dunque sarebbe meglio proteggersi con i vaccini.
«Quello senza dubbio. Si tratta di un dato numerico: anche se la letalità è bassa, il numero di morti, o anche di sintomi gravi, in termini assoluti sarà elevato perché ci saranno molte più persone con l’influenza. Avvenne già l’anno scorso, lo ricorderete. E si è ripetuto in Australia anche se non è scontato che ciò che è avvenuto nell’emisfero meridionale si verifiche anche da noi. Però dobbiamo tenerne conto».

Giusto proteggere gli anziani.
«Guardi, ci sono strategie differenti. Negli Usa ad esempio puntano con molta più forza a vaccinare i bambini, perché così ritengono di limitare la circolazione del virus. In Italia e in Europa continentale, invece, si preferisce puntare sulla protezione delle persone a rischio, perché l’obiettivo è limitare la gravità clinica, i morti e le malattie pesanti».

In parallelo correrà il Covid?
«Abbiamo visto che, essendo un virus ancora giovane, non ha ancora assestato la sua stagionalità, procede a mini ondate. In autunno e in inverno, anche perché viviamo di più al chiuso, di certo avremo un aumento dei casi, ma per fortuna ormai le varie sottovarianti con cui abbiamo a che fare - la prossima dominante dovrebbe la XEC - sostanzialmente sono tutte riproposizioni di Omicron e questo va bene, perché abbiamo visto che colpisce alla gola e solo lambisce i polmoni. Certo, con queste repentine mutazioni, può aggirare l’immunità da vaccini o naturale, però i sintomi non sono così gravi. Ma bisogna comunque proteggere e vaccinare, anche per il Covid, anziani e fragili».

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